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I Commissione - Verbale

Seduta del 05-10-2017 ore 09:30

 

Consiglieri componenti la Commissione: Maika Canton, Felice Casson, Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Andrea Ferrazzi, Rocco Fiano, Enrico Gavagnin, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Marta Locatelli, Deborah Onisto, Giorgia Pea, Paolo Pellegrini, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Chiara Visentin

 

Consiglieri presenti: Maika Canton, Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Rocco Fiano, Elena La Rocca, Deborah Onisto, Paolo Pellegrini, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Alessandro Scarpa, Ottavio Serena, Chiara Visentin, Maurizio Crovato (sostituisce Enrico Gavagnin), Alessio De Rossi (sostituisce Marta Locatelli), Giovanni Pelizzato (sostituisce Felice Casson), Nicola Pellicani (sostituisce Andrea Ferrazzi), Renzo Scarpa (assiste), Silvana Tosi (sostituisce Giovanni Giusto), Sara Visman (sostituisce Davide Scano)

 

Altri presenti: Presidente del Consiglio Ermelinda Damiano, Direttore Francesco Vergine, Funzionaria Paola Caporossi

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Discussione dell'interpellanza nr. d'ordine 757 (nr. prot. 92) con oggetto "ATTI ISPETTIVI DEI CONSIGLIERI COMUNALI. AGGIORNAMENTO NUOVO REGOLAMENTO INTERNO DEL CONSIGLIO COMUNALE. ", inviata da Ottavio Serena
  2. Discussione dell'interpellanza nr. d'ordine 822 (nr. prot. 131) con oggetto "Mostra Magister Giotto: quali rapporti tra l'organizzatore, la società privata La Misericordia e il Comune di Venezia.", inviata da Ottavio Serena

Verbale

Alle ore 9:50 la consigliera Sambo assume la presidenza e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta; legge l'ordine del giorno e lascia la parola al consigliere Serena proponente l’interpellanza iscritta al primo punto dell’ordine del giorno.


SERENA informa che l'interpellanza è datata e deduttiva motivo per cui c'è poco da spiegare. Nel 2015 è stato proposto di attualizzare i testi dei commi 7 e 8 dell'articolo 9 del Regolamento Interno del Consiglio Comunale e poi redatto un articolo che permetteva la discussione in Consiglio. Con questo atto è stato fatto un elenco, a maggio, di tutte le interpellanze. Ricorda che comunque il regolamento attuale era ed è vigente, per questo viene chiesto che la tempistica venga rispettata. Legge l'articolo 43 del Tuel ripreso nell’interpellanza. Spiega che hanno praticamente creato un registro cronologico di tutti gli atti del gruppo Misto, si immagina che anche gli uffici del Comune abbiano uno scadenziario simile, ma questa metodologia non è stata utilizzata per cui hanno scritto a più referenti per chiedere l'osservanza delle Leggi. Fa un accenno agli accessi agli atti. Chiede di chi siano le responsabilità amministrative e i motivi per cui alcuni dirigenti non rispondono. Ricorda che a febbraio è stato fatto un accesso agli atti sulla Vallenari bis, da cui sono trascorsi vari mesi, un altro accesso sullo stesso argomento è stato fatto a marzo e sono ancora in attesa di risposta. Hanno scritto a diverse autorità per segnalare questo, in qualità di semplici consiglieri. Hanno scritto, per obbligo, alla Procura, alla Corte dei Conti, all'Arpav, al Ministero, al Prefetto, a ognuno secondo le sue responsabilità. Legge le richieste dell'interpellanza. Cita come possibile problematica quella che può derivare dall’antincendio. Ricorda che l'interpellanza è il mezzo per rappresentare le problematiche, cita come altro esempio quello dell’albergo a Santa fosca.

DAMIANO ritiene doveroso fare alcune precisazioni: sugli accessi agli atti spiega che c'è un filtro dato dal lavoro dell’ufficio della Presidenza, in merito alle richieste di Accesso accennate dal consigliere Serena sulla Vallenari-bis, da quanto si ricorda le hanno evase ma comunque si riserva di verificare. Ricorda che durante lo scorso Consiglio Comunale è stato approvato un nuovo regolamento al riguardo. Fa presente, sugli atti ispettivi, che trascorsi 30 giorni bisogna vedere il da farsi, se le interpellanze e le interrogazioni vadano in Commissione o in Consiglio, in quanto oggi Regolamento comunale e Statuto non sono perfettamente allineati come invece dovrebbero.

SCARPA R. le risponde che si va per similitudine.

DAMIANO ribatte che il Regolamento all'articolo 8 bis le iscrive in Consiglio mentre secondo lo Statuto, sempre all’articolo 8 bis, il proponente può fare richiesta di inviarle in consiglio, ma appunto dev’esserci un’apposita richiesta.


SCARPA R. sostiene che i 30 giorni sono tassativi per legge in quanto lo prevede il Regolamento e per questo, non rispondere, è per similitudine come una mancata risposta agli accessi agli atti che dopo 30 giorni diventano un rifiuto. Aggiunge che quello che succede dopo non cancella la mancanza di rispetto della legge. La si interpreta come un rifiuto, una mancanza grave perché solo con questi atti ispettivi il consigliere può denunciare certi fatti. Gli atti del Consiglio rappresentano la città. E la mancata risposta agli atti ispettivi è, per similitudine, uguale alla mancata risposta dell'accesso agli atti.

TOSI sostiene che questa amministrazione debba eccellere in questo, e cioè nel rispondere entro 30 giorni, ma per “similitudine” non significa nulla, non rispondere non è uguale a non voler dare una risposta; non lo condivide.

SCARPA R. cita l'esempio delle precedenti Amministrazioni quando la stessa interpellanza veniva presentata anche a 2 o 3 diversi assessori, motivo che le faceva crescere di numero.

DAMIANO ritiene fosse maggiormente corretto presentare queste richieste anche nelle riunioni dei Capigruppo per arrivare alla risoluzione delle questioni.

PELIZZATO mette l’accento sull’aspetto politico della questione al di là di quanto succedeva nel passato: il termine dei 30 gg va rispettato; se l'amministrazione si vanta di essere nuova e diversa non può comportarsi come le altre. Il sistema scivola e non funziona: questo è stato detto più volte ai Capigruppo, poi in punta di regolamento una giustificazione si trova ma vuole una risposta politica più che da regolamento.

VISMAN sostiene che l'opposizione produce atti, di accesso e di ispezione, che i consiglieri fanno per dovere di controllo. Tali atti chiedono delle spiegazioni. Personalmente ha fatto molte interpellanze che non sono ancora evase, ne cita una ad esempio che risale al 3 maggio 2016 che chiedeva semplicemente alcune spiegazioni su un determinato fatto. A questa non andava inviato alcun sollecito, era semplice. Cita altri esempi in cui sono arrivate ad esempio risposte scritte anche se l'Interpellanza era rivolta in commissione, chiede se per caso questo sia perché non vogliono confronto.

VERGINE tiene a precisare di dover rispondere solo sotto un profilo tecnico spiegando quanto segue. L'accesso agli atti, interrogazioni e interpellanze sono strumenti a disposizione del Consigliere per esercitare il proprio mandato, questo quanto hanno in comune così come il fatto che sono disciplinati dal Tuel. Ma da un punto di vista della loro natura, accesso agli atti e interrogazioni e interpellanze sono situazioni diverse. L'accesso agli atti è un procedimento amministrativo. Per questo motivo se la richiesta non viene evasa potrebbero scattare i meccanismi del c.d. potere sostitutivo; ovvero scaduto un termine, in assenza di risposta, il soggetto gerarchicamente superiore è tenuto ad intervenire per sostituire chi non ha dato risposta. Così se ad esempio una PO non fa nulla, allora si passa al Dirigente, poi al Direttore, al Direttore Generale o, in assenza di quest'ultimo, alla Segreteria Generale. Vi sono cioè delle conseguenze per l’’inerzia dell'ufficio., come prevede la legge 241/90. La parte politica non c'entra. Invece interrogazioni e interpellanze sono strumenti ispettivi del Consigliere come da articolo 43 del Testo unico che prevede i 30 giorni per la risposta. Interpretazione consolidata è che queste non aprono un procedimento amministrativo: è un rapporto dialettico della politica, manca il presupposto tecnico. Superati 30 giorni non c'è conseguenza giuridica ma di sola natura politica. Anche se sono tutti strumenti di mandato del Consigliere comunale non c'è una conseguenza giuridica per le interrogazioni e le interpellanze senza risposta nei termini. Nelle conseguenze, quindi, vanno ben distinte le due tipologie.

PELLEGRINI in riferimento all’accesso agli atti, cui non viene fornita nessuna risposta, chiede come faccia il Consigliere a saperlo: ritiene sia un sistema dilatorio ben costruito proprio per non rispondere. Se invece per questioni politiche, come nel caso di interrogazioni e interpellanze senza risposte nei termini, non vi è conseguenza in quanto restano questioni politiche, le risposte del Dott. Vergine lasciano l’amaro in bocca. Tiene ad informare l'opposizione sul fatto che neanche la maggioranza riceve risposte nei termini

SERENA cita l'esempio di un’integrazione di un accesso agli atti reiterata a settembre sempre sulla Vallenari bis. Chiede sulle lettere di rimprovero, ai sensi dell'articolo 8 bis del Regolamento, se ne siano mai state inviate dato che il Regolamento le prevede se è ancora vigente.

VERGINE risponde il Regolamento è vigente ma precisa di non esser entrato nel merito dello stesso.

DAMIANO sostiene ci sia difformità tra Statuto e Regolamento, fatto che si vuole sanare col nuovo Regolamento. A suo dire lo statuto non dovrebbe entrare nelle modalità del Consiglio comunale come invece avviene proprio all'articolo 8 bis.

SERENA afferma che questa problematica è stata sollevata 5 mesi fa è di fondamentale importanza per il Consiglio.

VERGINE precisa che, come ha riferito la Presidente Damiano, va risolta la discrasia tra l’art. 8 bis del Regolamento e quello dello Statuto. Per questo serve un nuovo regolamento che abroghi, ad esempio, l'articolo 8 bis dello Statuto. Questo per fare chiarezza e non dover far riferimento a fonti diverse. Sostiene sia più utile lasciare tutto nel nuovo regolamento, come competenza.

SCARPA R. invita a riprendere l'oggetto dell'interpellanza che riguarda i 30 giorni e non quanto succede dopo, e precisa che non condivide quando affermano che il fatto non sia politico perché se per gli accessi agli atti si deve passare per l'ufficio della Presidenza allora è evidente che non è così come sostengono. Ribadisce che se uno è costretto a passare per l'ufficio della Presidenza allora è un fatto politico, e solleciterà di conseguenza, in caso di ritardo, l'ufficio della Presidenza. Cita due due fatti sugli accessi agli atti sul Casinò, con delle richieste fatte alla Presidenza cui poi è arrivata risposta del Casinò con su scritto che inviava per la seconda volta i documenti. Chiede ai Consiglieri cosa venga da pensare, se si tratti di un disguido o di una scelta non averli girati subito ai richiedenti. Chiede rispetto dei termini di legge previsti dallo Stato italiano. Sulla similitudine o analogia che dir si voglia comprende che sono cose diverse ma dal punto di vista del significato ritiene sia lo stesso: il silenzio per lui è uguale al rifiuto, come per la Cassazione. Legge uno stralcio di una sentenza della Corte di Cassazione.

FIANO, sull'accesso agli atti, ritiene di aver già fatto lo stesso intervento del consigliere Pellegrini durante il precedente Consiglio comunale. Ricorda che non è stato chiarito nel nuovo Regolamento a chi rivolgersi dopo i 15 giorni mentre andava specificato. Su interpellanze e interrogazioni va bene si tratta di un fatto politico, però gli Assessori devono rispondere e venire alle Commissioni. Dichiara, da parte sua e del ruolo di Presidente dell’VIII commissione, di non aver mai ostacolato ad esempio una convocazione di una commissione di cui è Presidente: chiede che venga fatto altrettanto dalla maggioranza, ciascuno per le proprie competenze. Ribadisce che non ha mai ostacolato una commissione e che questo atteggiamento dovrebbe guidare tutti.

LA ROCCA ritiene che inviare le richieste di accesso agli atti all’ufficio della Presidenza del Consiglio sia un passaggio in più rispetto al necessario: questo oggi è stato confermato dal dottor Vergine che configura l’accesso agli atti come un procedimento amministrativo. Per tale motivo passa in lettura l’art.1 della legge 241 del 1990 soffermandosi sul comma 2 "la pubblica amministrazione non può aggravare il procedimento se non per straordinarie e motivate esigenze imposte dallo svolgimento dell'istruttoria" che in questo modo, a suo dire, non viene rispettato in quanto il passaggio in Presidenza, sempre per la questione dell'accesso agli atti, allunga inutilmente il tempo di attesa del Consigliere, ne impedisce il contatto diretto con gli uffici e costituisce un aggravio dell'attività amministrativa.

PELLICANI riprende la correttezza tenuta dal Presidente Fiano e crede sia fondamentale riportare la centralità del Consiglio comunale. Rimuovere la conflittualità tra Statuto e Regolamento è di buon senso, però col fine di far rispettare i 30 giorni; è quindi fondamentale che tutti i presidenti svolgano bene il proprio ruolo. Ritiene che il sistema sia da semplificare.

SAMBO afferma che è stata una delle poche ad aver chiesto l’attuazione della L.241/90 con la sostituzione del Dirigente quando è mancata la risposta. Ritiene la questione del passaggio in Presidenza di natura politica, anche vista la 241, e concorda con quanto affermato dal consigliere Scarpa Renzo sul fatto che l'interpellanza in discussione avesse una domanda politica sui 30 giorni a cui non ha sentito risposta. Ricorda che il dibattito per le interpellanze è necessario, quando poi si va in Consiglio i tempi sono diversi così come i modi.

TOSI fa notare che anche i Presidenti di opposizione sono in arretrato con le convocazioni delle Commissioni e l'evasione degli atti.

DE ROSSI ritiene utile qualche chiarimento sentito oggi e stigmatizza gli attacchi fatti alla Presidenza del consiglio a mezzo stampa locale; ricorda che ad oggi queste situazioni non sono mai state notate né risolte mentre l'attuale maggioranza le sta risolvendo. Evidenzia la grossa difficoltà a trovare chi fa cosa e con responsabilità, questa è una piaga in generale della pubblica amministrazione che con questo nuovo Regolamento sull'accesso agli atti la maggioranza sta risolvendo.

La presidente Sambo chiede al consigliere Serena se si ritenga soddisfatto rispetto al dibattito svolto.

SERENA risponde negativamente. Si dice soddisfatto per la discussione che ne è generata ma non soddisfatto per le risposte che non sono arrivate e che è ancora in attesa di ricevere e vedere se i risultati miglioreranno.

SCARPA R. riconosce e non mette in discussione la buona fede e, in riferimento a quanto dichiarato dal consigliere De Rossi, afferma che si risolve tutti assieme e che non c'è una parte che risolve è una che non lo fa: si discute tutti alla pari, con pari dignità dei consiglieri, di maggioranza e opposizione Senza appartenenza.

DE ROSSI ribatte che è un'osservazione legittima, condivide quanto detto dal consigliere Fiano e fa presente che la maggioranza è tutta d'accordo ad avere una risposta nei tempi per mantenere la dignità del Consiglio.

Alle ore 11:30 la Presidente Sambo, esaurito il primo punto iscritto all'ordine del giorno, passa alla trattazione del secondo facendo notare che non vi è alcun Assessore presente né parte politica delegata a riferire, per questo motivo rinvia ad altra commissione il secondo punto facendo presente che non è la prima volta che, nelle sue commissioni più che in altre, mancano gli Assessori e gli organi politici.

Alle ore 11:40, esaurito il primo punto iscritto all’ordine del giorno e rinviata ad altra seduta la discussione dell’interpellanza nr d’ordine 822, la Presidente Sambo dichiara chiusa la seduta.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 18-01-2018 ore 16:39
Ultima modifica 18-01-2018 ore 16:39
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