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VIII Commissione - Verbale

Seduta del 31-03-2017 ore 09:30

 

Consiglieri componenti la Commissione: Luca Battistella, Maika Canton, Saverio Centenaro, Maurizio Crovato, Paolino D'Anna, Alessio De Rossi, Francesca Faccini, Rocco Fiano, Gianpaolo Formenti, Enrico Gavagnin, Giancarlo Giacomin, Elena La Rocca, Bruno Lazzaro, Deborah Onisto, Paolo Pellegrini, Nicola Pellicani, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Silvana Tosi

 

Consiglieri presenti: Maika Canton, Saverio Centenaro, Maurizio Crovato, Paolino D'Anna, Alessio De Rossi, Rocco Fiano, Enrico Gavagnin, Giancarlo Giacomin, Elena La Rocca, Bruno Lazzaro, Deborah Onisto, Paolo Pellegrini, Nicola Pellicani, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Silvana Tosi, Giorgia Pea (sostituisce Gianpaolo Formenti), Francesca Rogliani (sostituisce Luca Battistella), Monica Sambo (sostituisce Francesca Faccini), Renzo Scarpa (sostituisce Ottavio Serena), Sara Visman (assiste)

 

Altri presenti: Assessore Michele Zuin, Dirigente Nicola Nardin, Funzionario Michele Dal Zin

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Discussione dell'interpellanza nr. d'ordine 401 (nr. prot. 66) con oggetto "Subito un piano industriale per il Casinò", inviata da Nicola Pellicani
  2. Discussione dell'interpellanza nr. d'ordine 608 (nr. prot. 10) con oggetto "Crisi del casinò:subito un piano industriale", inviata da Nicola Pellicani
  3. Discussione dell'interpellanza nr. d'ordine 645 (nr. prot. 28) con oggetto "Contratti tra Ve.La. S.p.A. e società del Sindaco ed elusione del Codice degli Appalti - INTERPELLANZA a risposta orale in commissione ai sensi dell’art. 8 del Reg. C.C. ", inviata da Davide Scano

Verbale

Alle ore 9:45 il consigliere Fiano assume la presidenza e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. Legge l'ordine del giorno e invita il consigliere Pellicani ad illustrare insieme le due interpellanze di cui è primo firmatario.

PELLICANI precisa che un'interpellanza è del 1/7/2016, l'altra del 30/01/2017 e che proprio oggi scade il CdA del Casinò; si tratta di un tema corposo. Ritiene che il piano presentato dall'Amministrazione ai sindacati non risponda alle aspettative della città, è perplesso anche sulla nomina del nuovo Direttore generale dopo che quello precedente è stato mandato via a gennaio perché ritenuto evidentemente inadeguato. Ricorda che il Casinò un tempo versava circa 107 milioni nelle casse del Comune, mentre nel 2016 solo15: un fatto dovuto a molteplici fattori tra cui la situazione di crisi economica generale e il sopravvento delle slot in vari locali delle città e del gioco on-line; alla luce di tutto questo condivide un'operazione di contenimento dei costi ma sostiene che al contempo serva anche un piano vero di rilancio che non può non prevedere una nuova sede adeguata agli standard internazionali, da farsi ad esempio all'interno del Quadrante di Tessera; si tratta di una spesa che il Casinò non può sostenere per il suo debito e che però potrebbe realizzarsi con con un accordo con privati che facciano partire un progetto nuovo per quell'area, magari con Casinò e stadio. Non vede molte alternative, non si possono solo tagliare i costi. Va ripensata anche la sede di Venezia che ha una gestione in deficit, dove funzionano solo alcuni giochi: afferma che un piano industriale deve riguardare un rilancio con un investimento per una sede nuova: oggi non c'è nulla di concreto, solo interviste, non si sa neanche se il Venezia calcio voglia investire nello stadio, occorre chiarezza. Chiede chiarimenti sulla trattativa con il personale.

ZUIN chiarisce che il piano industriale che illustrerà con le slides è essenzialmente quello che si può fare, considerata la situazione attuale del Comune e del Casinò. Informa che l'Amministrazione vuole continuare a gestire il Casinò, senza privatizzarlo o cogestirlo: i terreni di Tessera vanno venduti per ripianare i debiti di CMV verso Comune e banche. CMV gioco non ha introiti, era nata in un'ottica di privatizzazione non realizzata, i debiti ci sono e vanno pagati: non si tratta di una scelta politica ma di conti, serve il ricavato del valore di quei terreni, il cui valore a bilancio è di 7 milioni di euro ma poi c'è un'altra valutazione, per circa 45 milioni, una cifra da cui si è ben lontani, oggettivamente. Sul mercato le cifre sono più basse, quindi l'importo che incasserà il Comune probabilmente non basterà nemmeno a ripianare i debiti di CMV. I debiti della Casa da Gioco sono molti di più, quasi 140 milioni di euro, verranno fatti degli interventi significativi senza però fare voli pindarici. Si dichiara dubbioso circa l'ipotesi di una cogestione, oggi l'obiettivo è rilanciare, in futuro chissà. Si ragiona con quello che si può fare in questo momento. In merito al Direttore si pensava che l'impostazione con una figura esperta di giochi fosse la più adeguata rispetto al manager classico, data la particolarità dell'attività: si tratta di un prodotto strano, aleatorio, con clientela particolare, complicata, per cui si voleva puntare sulla qualità del gioco; alla fine i risultati sperati non sono stati ottenuti, motivo per cui si cambia. Ora Alessandro Cattarossi farà da coordinatore e Matteo Santini si occuperà dei giochi. Aggiunge che Ca' Vendramin sarebbe da chiudere perché ha dei costi maggiori degli incassi ma comunque porta degli introiti: precisa che la sede di Ca' Noghera porta l'80% degli incassi, Ca' Vendramin il restante 20%, cioè circa 20 milioni che aiutano in ogni caso a coprire alcuni costi fissi. Precisa che l'ospitalità è un costo variabile che consente di avere determinati clienti che portano quei 20 milioni a Ca' Vendramin, che in linea generale ha meno clienti rispetto a Ca' Noghera ma in proporzione pagano di più giocando: bisogna investire molto sull'ospitalità di Ca' Vendramin rivedendo anche le profilature dei clienti.

SCANO chiede se ci siano premi per gli alberghi che portano clienti.

ZUIN risponde di no, solo ai “porter” che recuperano giocatori e li portano. Chiudere Ca' Vendramin resta comunque l'”extrema ratio”, perché comporterebbe anche degli esuberi, mentre l'intenzione è quella di mantenere le due sedi, senza esuberi. La chiusura avverrà solo in caso di crisi profonda. A Ca' Vendramin lavorano circa 130 persone, non li si può mandare via tutti, si tratta comunque di un'ipotesi lontana: il piano di rilancio prevede il mantenimento delle due sedi, non si vuole lasciare a casa nessuno.

PELLICANI chiede conferma che il debito di CDV Gioco sia di 140 milioni di euro cui si sommano i 40 milioni della CMV, chiede informazioni sui 2 milioni di € di ricapitalizzazione e sul passivo di Ca' Vendramin.

DE ROSSI chiede da dove derivano i milioni di euro di debito.

DAL ZIN spiega quanto segue: 40 milioni sono debiti verso banche, fatti nel 2011 e 2012, periodo in cui il Casinò non dava al Comune quanto sperava e chiedeva mutui ipotecari su Ca' Vendramin; 43 milioni sono per la cessione di un debito-bis verso banca Intesa, ipotecando parte degli incassi futuri.

ZUIN procede all'illustrazione del piano industriale col supporto delle slides che passa in lettura. A fine 2016 il Casinò era in perdita di due milioni andando sotto la quota minima di capitale sociale, motivo per cui è stato ricapitalizzato. Con la Legge Madia queste ricapitalizzazioni saltuarie non si possono più fare ma bisogna anticipatamente informare su cosa si vuole fare, vale a dire il piano industriale, per ricapitalizzare e risolvere questa situazione. Il piano industriale completo verrà portato in Consiglio comunale con delle modifiche dovute alla contrattazione sindacale che si sta svolgendo in questi giorni: l'intenzione è quella di arrivare in assemblea a fine maggio e ricapitalizzare con un piano approvato. Oggi si è in attesa delle risposte e delle proposte sindacali. Vi sono più fasi e direttrici fondamentali. La trattativa con i sindacati per la riduzione del costo del lavoro: la struttura premiale dei dipendenti è rimasta uguale nonostante la crisi, sono diminuite solo le mance, non è possibile che una società in crisi non abbia nessuna flessione sul costo del personale. Il piano industriale non è fondato solo sulla riduzione del costo del lavoro: il Comune fa la ricapitalizzazione e nuovi investimenti, il costo del lavoro è di 41 milioni, come in passato, che non ci si può più permettere, serve la partecipazione dei lavoratori. L'eventuale revisione provvisoria del corrispettivo: se il piano parte bene quello che viene in più può esser reinvestito nel Casinò, all'interno dell'azienda. Bisogna riscrivere il contratto di lavoro perché il precedente è datato, risale al 1999: non esiste un contratto nazionale di riferimento e si è stratificato con molteplici accordi sindacali fatti in questi 17 anni. Il grosso problema è che quest'azienda è gestita dai lavoratori. Il contratto in essere ha una mancanza di flessibilità che non ci si può più permettere. Legge parte del contratto e espone alcuni esempi a sostegno di quanto affermato. Un'altra parte che non va del contratto è quella riferita alle premialità che è estremamente importante per gestire l'azienda secondo quello che serve; i turni di lavoro oggi sono di due tipi invece ne occorrerebbero di tre tipi. La premialità è legata agli incassi: la prima parte dalla somma di 40 milioni, che si fanno sempre: i premi scattano con obiettivi troppo bassi. Un'altra indennità anacronistica è quella collegata alla sede di Ca' Noghera, bisogna passare a una premialità normale così come avviene nelle altre aziende. Illustra gli interventi previsti nelle sedi precisando che non ci saranno nuove costruzioni ma un restyling dell'esistente, per dare un'immagine e un'accoglienza diversa ai clienti (per Ca' Noghera). Ritorna sul tema del personale, sulla redifinizione delle giornate di indisponibilità e delle pause lavorative per avere maggior capacità produttiva.

SCANO chiede maggiori informazioni sulla norma transitoria.

DAL ZIN spiega che sono favoriti i dipendenti che erano in servizio prima del 1999 cui vanno dei premi quasi doppi rispetto agli altri.

ZUIN ribadisce che la trattativa sindacale è in corso: il Consiglio comunale dovrà vedere un piano industriale chiuso, per poter fare la ricapitalizzazione e gli investimenti, per un rilancio di Ca' Noghera interno ed esterno e di Ca' Vendramin interno.

PELLICANI domanda a quanto vogliano ridurre il costo del personale dai 41 milioni di € attuali.

ZUIN ricordando che sono in fase di contrattazione, chiede di non riferirlo in questa fase delicata, poi informerà i consiglieri a trattativa chiusa.
Alle ore 11:00 entra la consigliera Pea ed esce il consigliere Senno.

PELLICANI sostiene ci sia piena consapevolezza da parte dei dipendenti e che il lavoro del Croupier sia unico nel suo genere, per cui ritiene sia giusto abbiano un incentivo ad incassare, ma la revisione del costo del lavoro più altre due tre cose dette in precedenza non bastano a rilanciare. Oggi alle ore 23:00 a Ca' Noghera non c'è più nessun giocatore, serve un cambio di passo diverso, non bastano pochi tagli qua e la. Si tratta di una categoria delicata, c'è un sistema che comunque ha funzionato in tutti questi anni e permesso di andare avanti, evidentemente anche grazie alle premialità. Al di là delle considerazioni su assenze e premialità bisogna capire dove si sta andando, ribadisce che un piccolo restyling non basta, si dichiara deluso dal piano industriale perché non vede un orizzonte di rilancio, tra un anno la situazione sarà uguale, sempre con la stessa prospettiva, sarà solo più basso il costo del lavoro. Sulla scelta di Cattarossi che era direttore della Meeting & Dining afferma che non gli sembra che quest'ultima società abbia brillato.

ZUIN dichiara che i consiglieri verranno a sapere le cifre esatte della ricapitalizzazione e degli investimenti che, comunque, non saranno di poco conto, senza però fare passi più lunghi della gamba. Il cambio del contratto di lavoro non serve solo per ridurre i costi ma anche per garantire una maggior flessibilità e accontentare la clientela.

SCANO ricorda che durante il periodo elettorale, nel confronto tra candidati Sindaci al Cinema Corso il Sindaco era stato evasivo, mentre nelle linee programmatiche scrive che non ha intenzione di vendere il Casinò ma non nega la possibilità di una partnership: la realtà, sostiene, è che la maggioranza non aveva nessuna idea sul che fare del Casinò. Sulle modifiche al contratto di lavoro sostiene fosse una delle prima cose da fare ancore nel 2015, mentre oggi è troppo tardi. Ribadisce che la maggioranza era impreparata a gestire il Casinò. Ricorda che nelle commissioni del 30/6/2016 e del 7/10/2015, presenti i dirigenti del Casinò, aveva proposto fosse applicato il contratto di solidarietà e che in risposta l'Assessore gli avesse detto che ciò non era possibile in quanto non era in crisi, e anche che non era il caso di fare un'azione di responsabilità nei confronti dei gestori precedenti per gli 83 milioni di debiti. Aggiunge che sul Casinò il suo gruppo ha fatto delle proposte concrete che non sono state accolte. Resta allibito sul piano industriale che sostiene essere un mero restyling di un capannone. Informa che il programma del Movimento 5 Stelle prevedeva di abbinare il Casinò a una struttura ricettiva con un contratto per gestire assieme Casinò lato pubblico e attività private. Come esempio cita l'albergo che sorgerà nel T2 che ben potrebbe ricevere gli ospiti del Casinò e il nuovo albergo alla Marittima, anche se non sono di proprietà comunale. Ritiene che la prospettiva di sviluppo cui pensa il nuovo direttore Cattarossi sia solo quello di far usare Ca' Vendramin per fare feste con Vela.

CANTON chiede quale sia l'ordine di grandezza degli stipendi del personale del Casinò.

DAL ZIN risponde da 60.000 a 100.000€ come costo azienda del personale di gioco, cui si sommano le mance.
Alle ore 11:20 escono le consigliere Canton e Sambo.

PELLEGRINI è del parere che fosse meglio vendere il Casinò, ma evidentemente chi era interessato si è ritirato proprio per questioni collegate ai vincoli sul personale. Il Sindaco non vuole vendere, tutte le situazioni descritte dall'Assessore sono pazzesche regolate da un Soviet che ha governato finora e ora deve smetterla. Mentre una volta il Casinò attraeva il lusso, oggi è è il luogo del gioco di basso profilo: si chiede perché non si possa ricreare un Casinò con attrazioni oltre al gioco. Parlare di alberghi, T2 e Marittima significa voler immobilizzare qualsiasi iniziativa.

DE ROSSI chiede d'aver i dati sugli stipendi e sulla produttività e dichiara pieno appoggio alla revisione della contrattazione; non condivide l'intervento del consigliere Pellegrini.

SCARPA R. afferma che non si può vendere il Casinò, non era certo si potesse fare, è stato chiesto il via libera al Ministero: forse al limite si può dare al privato la gestione ma la concessione deve restare in capo al Comune di Venezia. Il motivo per cui il Casinò è andato male è nella sua cattiva gestione, addirittura qualcuno pensava che la pessima gestione fosse fatta ad hoc per venderlo. La lettura è complessa, probabilmente quella sentita oggi è una parte del piano industriale, bisogna ad esempio capire come far arrivare i clienti. Manca la trasformazione consistente della struttura del Casinò. Chiede se sia possibile un contenimento del numero dei dipendenti, di quelli che ad esempio svolgono attività amministrative.

PEA valuta inadeguata la gestione precedente. Afferma ci fosse grande fiducia e aspettativa da parte dei Croupier per il nuovo piano industriale che è molto differente, ad esempio, da quello ultimo di Vela. Va reso più condiviso l'obiettivo della nuova gestione, per ottenere la collaborazione dei dipendenti, magari aspettando un loro nuovo piano. Con questo piano sembra ci sia solo un accanimento verso i Croupier ma non si capiscono né sono chiari i rapporti con Meeting & Dining e Vela. Chiede all'Assessore di condividere maggiormente con la città e i lavoratori gli obiettivi di un piano industriale che oggi non c'è, o meglio non è un vero e proprio piano. Dai numeri che si leggono a bilancio c'è da preoccuparsi, sia per il Casinò che per il Comune, chiede sia fatta chiarezza sul futuro.

PELLEGRINI sostiene che la proibizione dell'uso del contante sia la principale causa della riduzione degli incassi.

FIANO chiede se è stato fatto un confronto tra il costo del personale con quello degli altri Casinò e se il piano industriale è stato costruito in collaborazione col CdA del Casinò. Sulle scelte per il personale chiede garanzia che siano tenute presenti le competenze specifiche del settore.

DAL ZIN risponde che il costo del personale del Casinò di Campione è molto simile.

Il Presidente Fiano chiede al consigliere Pellicani se si ritiene soddisfatto rispetto al dibattito svolto.

PELLICANI risponde negativamente per entrambe le due sue interpellanze.

Alle ore 11:45 il Presidente Fiano, preso atto di quanto emerso dal dibattito e non essendoci ulteriori domande, propone di riaggiornare la commissione per la discussione del terzo punto iscritto all'ordine del giorno e dichiara chiusa la seduta.
La commissione approva.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 01-08-2017 ore 11:00
Ultima modifica 01-08-2017 ore 11:00
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