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Risposta - Interrogazione nr. d'ordine 1811

da Assessore Simone Venturini

Venezia, 21 febbraio 2020
n p.g. 105129/2020
 

Al Consigliere comunale Elena La Rocca


e per conoscenza

Alla Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario

 

Oggetto: risposta all'interrogazione nr. d'ordine 1811 (Nr. di protocollo 30) inviata il 03-02-2020 con oggetto: Stato dell'arte dell'applicazione del Reddito di Cittadinanza in riferimento allo svolgimento delle funzioni di competenza del Comune

 

Con d.l. 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni con l. 28 marzo 2019, n. 26, è stato introdotto nell’ordinamento il Reddito di Cittadinanza (RdC) e la Pensione di Cittadinanza (PdC).
Tale nuova misura, oltre all’erogazione di un sussidio economico al beneficiario, prevede anche l'attivazione e la gestione dei patti per il lavoro e dei patti per l’inclusione social ma, ad oggi, l’unica parte di questa misura pienamente operativa e funzionante è il versamento del beneficio economico da parte di INPS.

Successivamente alla norma citata si contano almeno 25 successivi atti di regolamentazione che, in attesa di una concreta organizzazione semplificata delle procedure di gestione, con varia intensità e a vario titolo, spostano le criticità del sistema attivato sui Centri per l’Impiego e sui Comuni, caricando soprattutto quest’ultimi di incombenze ed oneri senza offrire strumenti adeguati.

Su tale tema, più volte, l’ANCI si è espresso in termini critici.

Solo da pochissimi giorni (gennaio 2020), dopo un anno dall’entrata in vigore del RdC e della PdC, si è avuto accesso alla piattaforma da cui i Comuni devono rilevare i beneficiari che hanno fatto domanda all’INPS per gli obbligatori controlli sui requisiti di residenza e di soggiorno (quest’ultimo per gli stranieri).

Questo grave ritardo, dovuto all’entrata in vigore della norma senza averne organizzata preventivamente la gestione pratica, ha comportato un massivo accumularsi di domande da smaltire da parte del personale comunale.

Lo stesso dicasi per i Centri per l’Impiego, il cui portale dove reperire i dati dei beneficiari da avviare a progetti di lavoro è stato attivato poco tempo prima di quello destinato ai comuni, per altro con i cosiddetti “Navigators” non operativi in quanto appena assunti e in corso di formazione.

Oltre alla criticità data dal ritardo di cui sopra, si segnala che il portale di accesso e scambio dati attivato (definito per i Comuni GePI) non rilascia i dati necessari per svolgere le attività previste con celerità ed efficienza:

- i beneficiari non sono individuati con un numero di telefono e/o di mail per una pronta reperibilità, necessaria soprattutto per la convocazione dei titolari di permesso di soggiorno;

- il ritardo dell’avvio dell’istituzione dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente costringe gli uffici ad una faticosa ricerca di informazioni presso i precedenti comuni di residenza.

- l’impossibilità di richiedere informazioni al Ministero dell’Interno e agli uffici periferici circa lo stato del permesso di soggiorno degli stranieri costringe gli uffici dei Comuni ad invitare singolarmente le persone straniere beneficiarie del RdC o PdC a portare il documento in esibizione, per altro in difformità da una precisa norma della legge 241/1990 che pare sia stata ignorata negli atti citati all’inizio; tale attività di reperimento di contatti, convocazione, ricevimento e quant’altro, necessaria per giungere al risultato richiesto ai comuni (la verifica del possesso del permesso di soggiorno da almeno 2 anni), oltre a scaricarsi come detto sul personale dei Comuni, è necessariamente svolto in modo arcaico e in netta contraddizione con le più moderne linee di indirizzo in materia di informatizzazione e semplificazione dell’attività amministrativa;

- l’assenza (pubblicamente dichiarata come pressoché impossibile da risolvere in apposite riunioni presso il Ministero) di interoperabilità fra i software di gestione degli archivi nazionali che contengono i dati necessari per la gestione del RdC e della PdC con gli applicativi informatici dei Comuni (e dei Centri per l’Impiego) genera un doppio lavoro: i beneficiari devono essere trattati (nel caso dei Comuni per i Patti d’Inclusione) all’interno del portale GePI e parallelamente, con altro e separato caricamento dati, nei propri applicativi;

- il portale GePI non colloquia direttamente con il portale ANPAL (gestito dai Centri per l’Impiego per i Patti per il lavoro) pertanto i Comuni sono costretti a prendere contatti informali esterni ai sistemi informatici per la gestione delle analisi preliminari dei servizi sociali che possono concludersi con l’invio ai Centri per l’Impiego, quando il disagio rilevato è riferito solo o anche a situazioni di carenza occupazionale;

- il portale GePI si sta inoltre caratterizzando per una spiccata tendenza a non funzionare, costringendo il personale a lunghe attese e a frequenti aperture di ticket (previsti all’interno della stessa piattaforma) per malfunzionamento.

Circa le puntuali domande da Lei poste si forniscono le seguenti risposte:

Punti 1 e 2

Come da indicazioni ministeriali è stato trasmesso il nome dell’Amministratore di Ambito nominato dal Sindaco nella persona del Direttore della Direzione Coesione Sociale, mentre gli operatori abilitati, secondo le diverse profilazioni, sono stati inseriti dall’Amministratore di ambito dopo il rilascio della prima versione della piattaforma GEPI (novembre 2019) e dopo aver caricato la Convenzione. I coordinatori dei case manager e dei Controlli Amministrativi sono le tre
Responsabili delle Agenzie per la Coesione Sociale.

Si segnala inoltre, ad ulteriore riprova delle inefficienze statali finora registrate, che in questo momento alcuni dei case manager non riescono ad accedere alla piattaforma per problemi tecnici che sono stati segnalati urgentemente secondo le procedure previste dalla piattaforma stessa.

Circa la sua richiesta di conoscere i nominativi dei dipendenti del Comune accreditati sulla piattaforma, si ritiene che essa leda il principio di proporzionalità fra la tutela dei dati e la trasparenza delle informazioni nei confronti dei consiglieri comunali. Non si ravvisano infatti motivazioni adeguate a comunicare il nominativo di chi opera sulla piattaforma. In caso di dubbio sarà necessario sentire il Ministero.

Si ricorda inoltre che l'accesso alla piattaforma avviene con l'inserimento dello SPID personale.

Punto 3

Ad oggi i beneficiari passati al Comune di Venezia dalla piattaforma GePI sono 2.431, di cui circa il 71% RdC e circa 29% PdC. In piattaforma non è possibile visualizzare la data di aggiornamento delle assegnazioni del beneficio per cui non è possibile, per limite intrinseco del sistema informatico fornito, capire a quale termine si riferisce il numero in carico (si suppone sia un numero attestato a fine dicembre 2019).

Dei 2.431 casi succitati 872 sono in gestione ai servizi sociali comunali per la definizione di un Patto per l’Inclusione, secondo la catalogazione fornita direttamente in piattaforma.

Per quanto detto sopra sulla mancata interoperabilità fra GePI e ANPAL, i comuni non hanno conoscenza del dato sui Patti per il lavoro. Per altro, stante l’inizio da pochi giorni della disponibilità del portale GePI, non è ancora completata alcuna procedura che preveda l’invio di utenti al Centro per l’Impiego per la stipula di Patti di loro competenza.

Punto 4

Non sono stati avviati i Progetti Utili alla Collettivà (PUC) in quanto è stato da poco pubblicato in Gazzetta Ufficiale (G.U. Serie Generale n. 5 dell'8-1-2020) il Decreto Ministeriale del 22 ottobre 2019 “Definizione, forme, caratteristiche e modalità di attuazione dei Progetti utili alla collettività (PUC)”.

 

Inoltre in Piattaforma statale GePi non è ancora disponibile la sezione dedicata ai PUC.

Punto 5

Nonostante le numerose difficoltà oggettive e i ritardi statali sopra descritti, ad oggi, per le 2.431 posizioni assegnate dal portale, sono stati avviati 1.019 controlli.

Le inidoneità, coma da regolamentazione, sono comunicate ad INPS tramite il portale.

Ad oggi sono già state rilevate 6 inidoneità per motivi anagrafici di cittadini stranieri.

Sono stati inoltre convocati più di 100 cittadini stranieri per l’esibizione del permesso di soggiorno al fine di esperire i controlli, di questi si è presentato solo il 20% dei convocati.

I dati sono in continua e quotidiana evoluzione dato che la piattaforma GePI non fornisce la specifica anagrafe/soggiorno e il tipo di controllo (anagrafico sempre, di soggiorno eventuale) si scopre solo aprendo la singola posizione dei beneficiari.

Punto 6

Si è in attesa della funzione in piattaforma GePI per l’estrazione casuale del campione da sottoporre a controlli, come indicato dalla guida alle nuove funzionalità rilasciata il 03/01/2020; l’aggiornamento era previsto per il 20/01/2020 ma ad oggi, nemmeno per questa funzione, si hanno notizie in merito.

Conclusioni

Il Comune di Venezia, nonostante la grande confusione ed il grande ritardo riscontrato da parte statale, sta facendo fronte, con grande dispendio di professionalità ed energie, alle numerosissime incombenze scaricate sugli enti locali dalla normativa in esame.
Purtroppo, dobbiamo rilevare, ancora una volta, che le funzioni ed il sistema che avrebbero dovuto sorreggere ed accompagnare l’attuazione delle misure connesse al RdC e alla PdC, siano solo parzialmente operative, nonostante i numerosi appelli dei comuni al Governo.
L’erogazione del sussidio da parte di INPS è, ad oggi, ad un anno dall’entrata in vigore del RdC, l’unica parte della misura realmente funzionante.

 

Simone Venturini

 
 
A cura della segreteria dell'Assessorato
Pubblicazione: 21-02-2020 ore 15:27
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