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Movimento 5 Stelle - Il punto di vista di Elena La Rocca

Logo Trivellazioni: a chi servono?

 


Il Consiglio dei Ministri ha fissato il referendum sulle trivellazioni per il 17 aprile 2016.
Cosa chiede il referendum proposto da 10 regioni italiane?
Riguarda la durata delle autorizzazioni per l’esplorazione e le trivellazioni. Si chiede di limitarle alla scadenza naturale della concessione, invece di autorizzarle fino all’esaurimento del giacimento.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico (MiSE), ha recentemente assegnato le concessioni alle ricerche e allo sfruttamento: 90 permessi di ricerca per la terraferma e 24 per i fondali marini. Sono 143 le concessioni per “coltivazioni” di idrocarburi già individuati a terra e 69 in mare (Corriere della Sera 11.01.2016).
Dichiara Bonelli (verdi): “Per le ricerche di fronte alle isole Tremiti, uno dei gioielli ambientali più importanti d’Europa, ricche di biodiversità marina, è stato concesso un permesso alla Proceltic Italia srl per 5 euro e 16 centesimi al metro quadrato. Un totale di 1.928,292. Nemmeno duemila euro l’anno”.
Chi ci guadagna da quest’attività?
Non certo il bilancio dello Stato, per il quale non si è nemmeno voluto portare il risparmio di 300 milioni che sarebbe derivato dall’accorpamento del referendum in un unico “election day” con le prossime amministrative.
Al contrario, Renzi ha optato per una spesa maggiorata, pur di ostacolare il referendum, smentendo la sua stessa propaganda sul taglio ai costi della politica (ricordate i proclami ai risparmi che accompagnarono la vendita delle auto blu in ebay?)
E allora chi ci guadagna dalle trivellazioni?
L’Italia è il luogo ideale per gli estrattori di petrolio e gas, che pagano tasse di compensazione ambientale tra le più basse in Europa (10-20% dove in Norvegia il complesso della tassazione raggiunge l’80%).
I canoni di locazione dei terreni sono anch’essi irrisori.
C’è qualcun’altro che trae vantaggio dalla nostra politica energetica?
Guardiamo, per un attimo, al panorama internazionale.
La California sta investendo massicciamente nel fotovoltaico eolico e nei cosiddetti sistemi di accumulo.
Si è posta, tra gli altri, l’obbiettivo ambizioso di avere per il 2030 automobili a emissioni zero.
Anche la Germania ha investito, e sta tuttora investendo, nelle tecnologie per la produzione di energia “pulita”.
Tecnologie che poi venderà a noi come giá succede per il fotovoltaico?
Alla Germania fa comodo la nostra politica energetica, ancora orientata verso i combustibili  fossili e così poco lungimirante sul tema della cosiddetta green economy.
La strada delle Smart technologies, le fossili integrate con tecnologie per l’efficientamento quali i sistemi di accumulo, è giá tracciata e caratterizzerá le politiche energetiche mondiali del futuro.
Quindi, se andiamo avanti così, noi italiani diventeremo acquirenti di queste tecnologie, da paesi che, come la Germania, hanno avuto uno sguardo più lungimirante.
Davvero ci conviene?
Per aggiornamenti e approfondimenti:


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/09/trivelle-petroceltic-rinuncia-a-permesso-di-ricerca-alle-tremiti-paglia-scelta-obbligata-non-ha-i-capitali/2448526/


http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/11/trivelle-referendum-il-17-aprile-emiliano-per-renzi-e-inutile-consultare-il-popolo-e-fa-appello-a-mattarella/2455348/


http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/trivellazioni/


http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/attivitaproduttive/2015/02/trivellazioni-in-mare-interrogazione-urgente-m5s.html


http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=903813


http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamento/2014/11/stop-trivellazioni-il-m5s-manifesta-in-piazza-in-sette-regioni.html

 
 
Pubblicato il 26-02-2016 ore 11:46
Ultima modifica 26-02-2016 ore 11:49
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