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I Commissione - Verbale

Seduta del 17-05-2018 ore 09:30

 

Consiglieri componenti la Commissione: Maika Canton, Felice Casson, Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Andrea Ferrazzi, Rocco Fiano, Enrico Gavagnin, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Marta Locatelli, Deborah Onisto, Giorgia Pea, Paolo Pellegrini, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Chiara Visentin

 

Consiglieri presenti: Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Rocco Fiano, Enrico Gavagnin, Elena La Rocca, Deborah Onisto, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Maurizio Crovato (sostituisce Marta Locatelli), Alessio De Rossi (sostituisce Chiara Visentin), Giancarlo Giacomin (sostituisce Giorgia Pea), Giovanni Pelizzato (sostituisce Felice Casson), Silvana Tosi (sostituisce Maika Canton), Sara Visman (sostituisce Andrea Ferrazzi)

 

Altri presenti: Presidente del Consiglio Ermelinda Damiano, Direttore Raffaele Pace, Direttore Francesco Vergine, Funzionari Natalia Menardi e Tiziano Michieletto

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Chiarimenti sui pareri tecnici di regolarità in merito agli emendamenti presentati dai Consiglieri.
  2. Prosecuzione dell'esame della Proposta di Deliberazione PD391 del 23/10/2017 : Regolamento interno del Consiglio comunale. Modifiche ,integrazioni e nuova denominazione.

Verbale

Alle ore 9:55 la consigliera Sambo assume la presidenza e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. Sul primo punto ricorda che c’è stata la necessità di avere chiarimenti sull’inammissibilità degli emendamenti, per cui è stato chiesto alla Segreteria Generale. I problemi sono sorti da una delibera di urbanistica, su motivazioni politiche e non tecniche.

DE ROSSI condivide la richiesta di chiarimenti ma tiene a precisare che sull’ammissibilità, alla fine, decide il Consiglio.

PACE premette che negli enti locali il funzionamento è modulato su quello della Camera e del senato e, a cascata, del Consiglio Regionale. Il Consiglio adotta atti amministrativi, la 267/2000 distingue tra gestione politica e tecnica/amministrativa. Gli emendamenti e i pareri su questi sono ai sensi dell’art. 49 della 267: i dirigenti esprimono parere di sola regolarità tecnica-amministrativa. Si chiama parere ma è un giudizio vero e proprio, con assunzione di responsabilità. Il Comune può sempre adottare provvedimenti anche con parere contrario o anche senza parere, perché l’atto in questo caso è irregolare ma non illegittimo. I pareri servono per completezza dell’istruttoria, per la copertura finanziaria. Un tecnico non potrebbe mai dire però che un emendamento è ammissibile o meno: l’ammissibilità la decide il Presidente o si mette ai voti dell’assemblea. Questo nel Regolamento del Consiglio non c’è.

DAMIANO chiede come ci si sia comportati fino ad oggi.

PACE precisa che fino ad oggi, dove c’era dubbio sull’ammissibilità, il Presidente o ha deciso o ha messo ai voti se il proponente insisteva.

LA ROCCA afferma che questo conferma quanto sostengono: va messo ai voti su richiesta del proponente e poi decide e vota il Consiglio, mentre finora ha deciso la sola Presidente. Un emendamento va illustrato, poi il Consiglio deciderà se votarlo o meno, in linea con quanto dettoe diversamente da quanto successo fino ad oggi.

FIANO chiede quale sia il ruolo della Segreteria Generale se un consigliere chiede il suo intervento in caso di pareri tecnici negativi. Chiede se, nel caso vi sia un parere positivo, la proposta di delibera può slittare. È una situazione politica, non tecnica.

PACE fa sapere che un parere tecnico non può mai impedire o sovrapporsi alla volontà dei Consiglieri. Il Consiglio può decidere anche in caso di parere contrario dei tecnici, assumendosene la responsabilità e motivando. La Segreteria generale non può modificare i pareri dei dirigenti che li hanno espressi. La funzione del parere tecnico è diversa dai poteri del Consiglio.

FIANO sostiene che nel caso specifico ci sia stata un’invadenza: dire che se l’emendamento fosse accolto farebbe slittare la delibera è un’invadenza.

PACE dichiara di non conoscere il caso citato dal consigliere Fiano.

PELIZZATO, nel caso specifico, sostiene ci sia una valenza tecnica per la scadenza temporale della PD mentre assume valenza politica per l’assunzione della stessa, per cui ritiene che quel tipo di valutazione sia stata politica e che abbia prevaricato.

SAMBO chiede, in caso di emendamento inammissibile, quali strumenti abbiano i consiglieri.

PACE risponde che in aula possono chiederne la discussione.

SAMBO chiede che poteri abbiano sulla validità della PD se un tecnico ha espresso un parere non coerente.

PACE afferma che l’estrema conseguenza è il “falso in atto pubblico” da parte del Dirigente, ma bisogna dimostrarlo. La ritiene comunque una questione politica.. In tal senso ha cercato della dottrina di riferimento ed è tutto modulato sulle assemblee legislative: un eletto del popolo deve avere la possibilità di modulare il proprio voto, non di dire solo si o no, questa è la ratio dell’emendamento.

TOSI si dice sempre favorevole a chi chiede la discussione come atto di Democrazia: aggiunge che anche il tecnico può sbagliare. Cita un esempio al riguardo che ha subito.

SCANO riprende l’esempio della consigliera Tosi, citando il Tuel. La giurisprudenza sulle competenze del Comune dice che può deliberare anche su materie non espressamente previste. Il Comune può anche fare cose in più, come nel caso citato: il parere dato in questo caso è illegittimo. Il Dirigente deve dire se un emendamento è legittimo o meno. Cita alcuni esempi sugli emendamenti sull’ultima PD riguardo la viabilità e i parcheggi, che erano del tutto legittimi ma dichiarati illegittimi perché avrebbero riportato il voto alla conferenza dei servizi. Il parere dei tecnici non deve entrare nel merito ma restare sulla legittimità La ratio non è nella del falso in atto pubblico ma quella di fare ricorso al Tar per sentirsi legittimati a fare i consiglieri: l’emendamento va discusso.

PACE comprende le ragioni del consigliere Scano però tiene a ribadire che i pareri sono di regolarità amministrativa e contabile, con la funzione di imputare la responsabilità al Dirigente, da cui il Consiglio può discostarsi assumendosene la responsabilità.
Alle ore 10:40 esce il consigliere Scano.

LA ROCCA afferma che la 142/1993 ha sancito la separazione tra indirizzo politico ed amministrativo, per cui il fatto che l’emendamento inammissibile sia valutato solo dal Presidente del Consiglio senza metterlo al voto dei Consiglieri è una limitazione: vanno discussi anche gli emendamenti inammissibili.

PACE precisa si tratta di un problema regolamentare: la norma in vigore dice che il Presidente decide e ove il Consigliere proponente insista allora si mette ai voti, così avviene alla Camera del Senato.

DE ROSSI afferma che esser liberi di dibattere sull’inammissibilità sia fare uno show. Critica la consigliera La Rocca che, essendo tuttologa, decide se i tecnici hanno ragione. Chiede che gli emendamenti vengano portati in commissione, un modo per rendere più democratico il tutto con un allungamento dei tempi più che giustificabile.

CENTENARO ritiene vada accolto quanto dichiarato dal Direttore Pace:è giusto che un consigliere possa presentare emendamenti fino all’ultimo e, come vice Presidente del Consiglio, se il parere è contrario ritiene non vada neanche messo ai voti. Nel caso specifico era da dare parere favorevole specificando che, se approvato, si doveva tornare in conferenza dei servizi.

FIANO concorda e ricorda che il Direttore Mastroianni si era opposto a questo volendo dare parere negativo.. Aggiunge che il problema è che i tempi per la discussione sono sempre ristretti mentre serve la possibilità di farlo con calma.

DAMIANO precisa che se i pareri sono contrari allora non lo mette ai voti a meno che il proponente non insista: il Consiglio può decidere diversamente, motivando.

SAMBO precisa che il caso estremo del falso in atto pubblico si prevede col dolo, mentre chiede cosa succeda in caso di colpa, specie se viene negata la possibilità di discussione, perché ricorda che ad esempio in questo caso nemmeno la sovranità del Consiglio ha permesso loro di esprimersi.

PACE spiega che la norma è sempre il Regolamento del Consiglio: se il Consigliere insiste si mette ai voti. Unico strumento per impugnare il parere è il ricorso al TAR.

DAMIANO ricorda che il Consiglio si è espresso e ha deciso di non discutere.

PELIZZATO precisa che il Consiglio si è espresso ma su un parere fuorviante.

VERGINE spiega che è stato applicato il Regolamento, all’art.15, in maniera coerente. Questa norma chiarisce che la questione è rimessa alla volontà del Consiglio, ed è difficile trovare strumenti di tutela extra per il consigliere: la decisione è rimessa al Consiglio. Il Consigliere comunale non ha legittimazione ad impugnare gli atti del Consiglio comunale se non in casi particolari in cui gli sia stato impedito di svolgere la propria funzione. In caso di parere tecnico sbagliato il Consigliere può fare ricorso al Tar ma deve dimostrare che con quello gli è stato impedito di svolgere il proprio ruolo.

SAMBO precisa che la motivazione dev’essere congrua, non basta che sia motivato il parere contrario, se no c’è un eccesso di potere.

PELIZZATO aggiunge che se i tecnici si esprimono in modo contrario, oggi decide il Consiglio se discutere o meno, mentre basterebbe che il consigliere potesse spiegare i motivi per cui secondo lui l’emendamento va a scavalcare il parere negativo. Questa possibilità potrebbe essser inserita nel nuovo regolamento.

LA ROCCA chiede quale debba essere, per la maggioranza, il ruolo dell’opposizione che vede ridursi sempre di più. Dichiara inoltre di notare sempre questioni personali, prima ad esempio con lo show,, poi con l’attribuzione dell’aggettivo “tuttologa”, mentre lei chiede diritto alla discussione, precisando che qualche competenza può averla e comunque è espressione della volontà della cittadinanza. Dichiara che non trova opportuno che il Presidente del Consiglio decida che se un emendamento non ha parere favorevole allora non lo si discute, non dice che non lo possa fare. Se l’emendamento viene votato in Consiglio allora lì va anche discusso e non solo in Commissione come oggi qualche consigliere ha proposto.

DE ROSSI precisa che per portare gli emendamenti in commissione vanno dati termini precisi, va organizzata e disciplinata. Non condivide il vittimismo sul fatto che la maggioranza voglia schiacciare l’opposizione, lo trova pretestuoso.

CROVATO in riferimento alle dichiarazioni della consigliera La Rocca e su quale sia il ruolo dell’opposizione afferma che serva equilibrio, occorre fissare dei paletti.

Alle ore 11:30 la Presidente Sambo, esaurito il primo punto iscritto all'Ordine del Giorno, passa alla trattazione del secondo.

PELIZZATO chiede conferma ai tecnici che nulla osta al fatto che anche le commissioni consiliari possano essere deliberanti.

PACE si riserva di fare una ricerca ma la 267 non parla di commissioni deliberanti, mentre in Parlamento si, ma la differenza è che lì fanno leggi, qui atti amministrativi.

VERGINE afferma che non è previsto, che non si può fare e dubita anche che si possa fare modificando lo Statuto in quanto non è previsto dal Tuel. La commissione ha funzione istruttoria, di studio, di indagine, e solo la legge può spostare le competenze dal Consiglio alla Commissione, per cui la sua risposta è negativa.

ONISTO chiede chiarimenti sull’art. 15 bis.

VERGINE precisa che è una pura applicazione della legge.

SAMBO chiede dove sono regolamentati i sub-emendamenti.

MICHIELETTO risponde al 15 insieme agli emendamenti, al comma 3 bis.

SAMBO chiede se la scadenza dei subemendamenti ricade dentro a quella degli emendamenti: ritiene serva un termine ulteriore.

DAMIANO informa d’aver già preso un appunto al riguardo: modificherà la fine del 2 quater.

VISMAN vuole capire se all’interno delle delibere resta traccia degli emendamenti decaduto  dopo che ne è stato accettato uno con certe caratteristiche che comprende anche gli altri, in relazione all’art 15 2 sexties.

MICHIELETTO le risponde che riguarda la pubblicazione della delibera:in grassetto sono evidenziate le parti che derivano dall’emendamento, poi c’è un allegato dei soli emendamenti che sono andati in votazione. Altri aspetti derivano dal verbale della seduta. É una questione un po’ complicata e molto tecnica.

VISMAN ritiene opportuno inserire la storia di tutti gli emendamento, per una questione di correttezza, per capire così da dove derivano gli emendamenti stessi.

MENARDI spiega che gli obblighi di legge non lo prevedono: per le finalità di dare evidenza a quanto succede in Consiglio ci sono il verbale e lo streaming; comunque è una questione di opportunità da verificare tecnicamente.

TOSI concorda con la consigliera Visman.

DE ROSSI la valuta una cosa difficile e dispendiosa: c’è già il verbale.

Alle ore 12:05 la Presidente Sambo, non essendoci ulteriori domande ed esaurito l’ordine del giorno, dichiara chiusa la seduta rinviando la prosecuzione dell’esame della PD 391/2017 ad altra seduta.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 09-08-2018 ore 14:36
Ultima modifica 09-08-2018 ore 14:36
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