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I Commissione - Verbale

Seduta del 01-03-2018 ore 09:30

 

Consiglieri componenti la Commissione: Maika Canton, Felice Casson, Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Andrea Ferrazzi, Rocco Fiano, Enrico Gavagnin, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Marta Locatelli, Deborah Onisto, Giorgia Pea, Paolo Pellegrini, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Chiara Visentin

 

Consiglieri presenti: Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Rocco Fiano, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Deborah Onisto, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Alessio De Rossi (sostituisce Chiara Visentin), Giancarlo Giacomin (sostituisce Marta Locatelli), Giovanni Pelizzato (sostituisce Felice Casson), Silvana Tosi (sostituisce Maika Canton), Sara Visman (sostituisce Davide Scano)

 

Altri presenti: Presidente del Consiglio Ermelinda Damiano, Direttore Francesco Vergine, Funzionari Tiziano Michieletto, Natalia Menardi

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Prosecuzione dell'esame della Proposta di Deliberazione PD 391 del 23/10/2017: Regolamento interno del Consiglio comunale. Modifiche, integrazioni e nuova denominazione.

Verbale

Alle ore 9: 55 la consigliera Sambo assume la presidenza e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. Ricorda che più volte il capogruppo De Rossi ha sollevato la questione del possibile danno erariale riferito al numero secondo lui eccessivo di convocazioni della prima commissione sul regolamento, lo invita a portare in caso le carte alla Corte dei Conti. Si tratta di un tema importante: altri Consigli Comunali, come ad esempio quello di Firenze, hanno impiegato due legislature per finire il loro regolamento. Ricorda altresì al consigliere Centenaro, che la volta scorsa aveva sollevato remore sul numero di commissioni, che per la discussione sullo Statuto, con presidente la consigliera Locatelli e lo stesso consigliere Centenaro all'opposizione, si impiegarono nella precedente amministrazione ben 21 commissioni prima di terminare i lavori. Per questo lo invita a concludere con le polemiche su queste commissioni che stanno andando avanti senza problemi, sul regolamento. La prossima volta andrà lei dagli organi competenti e invita chi ha da ridire di farlo nelle sedi opportune.

DE ROSSI Ricorda di non aver mai parlato di danno erariale ma di essere intervenuto sulle modalità di gestione, per una questione di buon senso. Chiede il rispetto del regolamento vigente e modalità più corrette, un consigliere non può, ad esempio, dire 4 volte le stesse cose sullo stesso comma. Ritiene la commissione fruttifera. Cerca di proporre delle metodologie per una discussione organica.

PELIZZATO, sull'ordine dei lavori, ricorda che nelle commissioni a cui ha partecipato non ha mai notato tentativi di ostruzionismo e che il consigliere Crovato ha parlato dei costi delle commissioni e che le parole citate sulla Corte dei Conti sicuramente il consigliere De Rossi le ha pronunciate.
(alle ore 10: 10 esce il consigliere Senno)

MICHIELETTO illustra gli articoli 7, 7 bis e 7 ter che ha senso vengano analizzati assieme. Per prima cosa non sono più presenti le interpellanze ma solo le interrogazioni, che comunque in qualche modo salvaguardano la discussione di tutti i consiglieri se vengono trattate in commissione. Legge gli articoli. L'articolo 7 è di carattere generale, l’articolo 7-bis sulle interrogazioni con risposta orale: si genera discussione/dibattito così come avviene per le interpellanze, tuttavia l'atto permane per 30 giorni. È introdotto il Question Time, una modalità nuova. I 30 giorni vogliono far rispettare il dettato del Tuel, la risposta entro 30 giorni, anche se non c'è un obbligo perentorio, poi vengono trasmesse in consiglio per garantire che l'atto in venga in qualche modo trattato. Il comma 4 spiega il transito in consiglio. Il 7 ter per la risposta per iscritto.

LA ROCCA, sull'ordine dei lavori, chiede se sia presente il Direttore Vergine.

DAMIANO risponde che è in Giunta ma il supporto tecnico è comunque garantito.

PELIZZATO sull’articolo 7, comma 1, chiede quale sia il suo perimetro: come “semplice domanda” e “oggetto determinato” circoscrivono l'atto del consigliere. Chiede in caso di domande complesse, se l'oggetto determinato non circoscrive le possibilità.

LA ROCCA chiede quali siano i limiti dell'articolo 7 che scritto così sembra limitante. Chiede quante volte viene usato oggi il cartaceo al posto del digitale. Sul comma 4 chiede quali siano i limiti dello “strettamente connessi”. Chiede poi in generale se vi sia in questo sistema lo spazio lasciato alla partecipazione dei cittadini e alla garanzia dei servizi, perché le interrogazioni che transiteranno in commissione non verranno mai trattate entro 30 giorni e quindi non c'è alcuna garanzia che verranno trattate. Chiede dove sia la tutela del servizio e del cittadino, in quanto l'interpellanza serve proprio per capire e per sollevare dibattito.

PELIZZATO fa notare che i 30 giorni erano più un obbligo morale che altro, ma mentre prima stava scritto che erano trattate entro 30 giorni ora non c'è più questo vincolo. O meglio non è più un obbligo.

TOSI, sull'ordine dei lavori, chiede venga stabilito di poter fare al massimo 3 domande e poi di sentire la risposta.

VISMAN afferma che si tratta di modifiche sbagliate, sulle interpellanze e interrogazioni, in quanto non si riuscirà mai a rispondere entro 30 giorni. Allora non si farà più nessuna commissione ma solo Question Time quindi non ci sarà più la possibilità di discutere. In soli 3 minuti di Question time non si riesce ad approfondire. È una limitazione della dialettica e della discussione con discrezionalità di cosa andrà discusso in commissione, lo trova iniquo. Chiede quali conseguenze vi siano se si sforano i 30 giorni.

MICHIELETTO risponde che la nuova definizione ha cercato di unire quanto era scritto per interpellanze e interrogazioni: la semplice domanda da una definizione abbastanza generale: la definizione proposta è più generale di quella attuale perché comprende anche le interpellanze, per non escludere eventuali casistiche. Nel Tuel non danno la definizione di cos'è un atto ispettivo e allora è in qualche modo in capo all'ente l'opportunità di darla. Non gli pare un tentativo di limitare gli argomenti o i temi ma di circoscrivere l'oggetto. Nelle parole informazioni o spiegazioni ci sono contenuti ampi. Sulla dematerializzazione attualmente si chiede la firma autentica motivo per cui ad oggi sono ancora tutti i cartacei.

MENARDI fa un parallelismo con protocollo citando il cosiddetto protocollo di emergenza. Se ad esempio non funziona il PC allora anche qui c'è lo stesso scopo: si utilizza un supporto informatico e solo se non è disponibile si fa il manuale/cartaceo.

MICHIELETTO sul termine “strettamente connessi” intende che serve la condivisione da parte del Presidente e dell’interrogante per capire se gli atti sono identici. Si è voluto non dettagliare troppo per evitare che ciò che non è definito sia escluso: si domanda a presidente ed interrogante.

LA ROCCA chiede ancora sul comma 4: non è stato chiarito a sufficienza cos'è identico o strettamente connesso, chiede una definizione.

SAMBO chiede la stessa risposta.

MENARDI risponde che il significato letterale delle parole è quello. Strettamente correlato impone un una correlazione incisiva che poi va applicata.

DE ROSSI afferma che è stato dato un input di tutela per fare incetta di tutto quello che è in giacenza negli ultimi 30 giorni. Gli sembra intenzione della proponente dar vita alla discussione in commissione, entro 30 giorni. Il regolamento già prima prevedeva molte cose non rispettate.

FIANO chiede quale sia la ratio di abbinare interrogazioni e interpellanze e quanti sono così i tipi di interrogazione.

SAMBO ricorda le 2 domande della consigliera La Rocca a cui non è stata data risposta. Visto che prima era stato citato il regolamento del Senato, per la domanda semplice, ricorda che proprio il Senato prevede sia le interrogazioni che le interpellanze. L'articolo 7 riprende il 150 del Senato che poi però ne ha un altro sulle interpellanze, per chiedere intendimenti eccetera, e allora o si mette tutto quello che prevede il Senato oppure non vale citarlo solo in parte. La dicitura di questo articolo 7 è ripresa dal Senato pari pari ma poi manca interpellanza, circa i motivi e gli intendimenti. E allora va aggiunta se no sembra si voglia escludere la possibilità di fare interpellanze.

LA ROCCA non vede nell'articolo lo spazio per sapere la linea politica su una cosa futura visto che parla solo di oggetto determinato.

MICHIELETTO precisa che si tratta di una scelta: intendimenti piuttosto che provvedimenti che si intendono adottare. Sulla specifica delle interpellanze del Senato, il fatto che non ci sia non toglie nulla.

SAMBO non condivide e ribadisce la sua domanda tecnica: come  hanno ripreso le parole del Senato allora vuol dire escludere; c’è stato un accorpamento delle parole del Senato, come ha confermato anche la presidente. Chiede perché dall’articolo 7 comma 2 è stata tolta la parola “senza motivazione”. Chiede sull' articolo 7 comma 3 cosa accade se un consigliere sbaglia ad indicare un Assessore e come fare per eventuali cambi di competenza e con quali tempistiche. Sul comma 4 dell’articolo 7 chiede come si fa col software Vedemo a collegare più atti, se possono formare o formano una sola discussione. Se ci sono più commissioni e Presidenti bisogna aspettare ci sia un accordo, per forza, oppure no, per evitare che ci si ingabbi e ci si ritrovi nell'impossibilità di convocare. Il comma 6 dell'articolo 7 sulla decadenza: prima c'era solo per interpellanze non per interrogazioni, serve allora un previo accordo con il proponente, va istituzionalizzato sulla decadenza. Chiede se oggi sia un passaggio obbligatorio o una cortesia che fanno il segretario quella di chiamare il proponente per accordarsi. Chiede per quali motivi siano state tolte le interpellanze e con quale ratio. 

LA ROCCA tiene a precisare che all'interno di una commissione si può chiarire come funziona un servizio, con un dibattito che risulterebbe utile per tutti.

MICHIELETTO risponde, alle domande della consigliera La Rocca sulla partecipazione e cittadinanza e tutela dei servizi, che c’è la possibilità che avvenga in commissione il chiarimento, un approfondimento tecnico e dibattito, e dopo 30 giorni va in consiglio e la discussione è preclusa.

LA ROCCA chiede il dato per conoscere per quante interpellanze siano stati rispettati i termini entro i 30 giorni, fino ad oggi.

MICHIELETTO precisa che interrogazioni e interpellanze non sono un tipo di atto con cui la legge vuole promuovere la partecipazione dei cittadini ma è un confronto tra consiglieri, per come è pensato. L'atto per la partecipazione ai cittadini ha altri istituti.

LA ROCCA allora riformula la domanda: la legge 241 pone i principi di efficacia ed efficienza e allora sollevare problematiche e favorire la partecipazione della cittadinanza per discutere, al fine di migliorare il servizio, è un obiettivo generale ma se manca il dibattito questa viene preclusa.

MENARDI ritiene non vadano sovrapposti campi diversi: si sta parlando di atti ispettivi come da articolo 43 del Tuel mentre gli istituti della partecipazione sono diversi. Sul controllo dell'efficacia e dell'efficienza amministrativa si sta su un altro piano e si verifica in altre forme.

LA ROCCA dichiara di non essere assolutamente d'accordo: la partecipazione è uno strumento per migliorare il servizio.

MENARDI cita l'articolo 10 del Tuel sul diritto di accesso e informazione.

MICHIELETTO, in risposta al consigliere Fiano, spiega che le interrogazioni con risposta scritta deve avvenire entro 30 giorni e l'interrogazione con risposta orale va in commissione entro 30 giorni per il dibattito e poi in Consiglio; il dibattito è però limitato alla commissione.

SAMBO chiede quale sia la ratio politica, come ha chiesto anche il consigliere Fiano.

DAMIANO risponde che è semplicemente una scelta, come previsto dal Tuel.

FIANO aggiunge che non è come dice Michieletto che tutto quello che non è scritto si può fare ma il contrario: tutto quello che è scritto si può fare e per questo vanno aggiunte le interpellanze come per il Senato.

DAMIANO risponde che può valutarlo. Si potrebbe togliere la parola “semplice”.

SAMBO chiede cosa si intende per provvedimenti, al comma 1, visto che dopo discende da questo tutto il comma. La dicitura così riprende il testo del Senato ma con un diverso contenuto per interpellanze.

MICHIELETTO spiega che il termine “provvedimento”, in questo caso, non è inserito come termine giuridico ma generico.

DAMIANO afferma che nel valutare la proposta di inserire in un unico istituto interrogazioni e interpellanze si può riformulare.

MENARDI spiega che dal punto di vista letterale sono già comprese.

SAMBO non concorda.

MICHIELETTO afferma che “senza motivazione” è stata tolta perché sembrava pleonastica. Sull’Assessore competente precisa che attualmente non è disciplinato, e neanche nella proposta; è dettato dal l'applicativo usato nella gestione degli atti e in capo all'Assessore indicare la propria non competenza e trasmetterla ad altri. Di recente è stata anche introdotta la modifica del software Vedemo per avvisare di atti identici inviati a più commissioni  e allora sembrava opportuno segnalare questi casi. Gli atti vengono associati e c'è la possibilità di convocare commissioni congiunte, su facoltà dei presidenti. La facoltà rimane sempre del singolo presidente.

SAMBO ritiene che allora sia meglio mettere “possono formare” al posto di “formano”.

MICHIELETTO la ritiene una scelta possibile.

SAMBO afferma che sul comma 6 c'è possibilità di accordo col proponente, evitando di convocare se il proponente non c'è. Chiede perché prima le interrogazioni non decadevano mentre le interpellanze si; il proponente non è detto sia il componente di commissione e allora non è detto sappia di doversi tener disponibile, per cui le sembra opportuno inserire un comma che preveda che il consigliere venga avvisato.

DAMIANO risponde che si può inserire.

MINARDI afferma che si può trovare un modo per introdurre una comunicazione al consigliere interessato salvaguardando il principio della decadenza.

LA ROCCA si chiede se c'è un modo tecnico, in caso di interrogazioni trasversali, per rendere partecipi le segreterie degli Assessori per sapere la competenza.

DE ROSSI chiede al Direttore Vergine se può istituirsi un ufficio o una persona che verifichi la competenza.

SAMBO  afferma che in passato si rispettavano i termini di 30 giorni per il cambio di competenza.

DE ROSSI ribatte che non dev’essere una questione politica.

MICHIELETTO ritiene auspicabile che la segreteria dell'Assessore cerchi soluzioni ma c'è una questione tecnica: la modifica tecnica in corso serve per individuare l'Assessore competente e allora quando viene fatta la non competenza e basta va indirizzata al Sindaco.

VERGINE la ritiene essenzialmente una questione tecnica, che può avere ripercussioni politiche, e sarà il Sindaco in questi casi a capire quale sarà l'Assessore competente: è una soluzione che adotteranno a breve.

TOSI non vede ostacoli a denominare tutti gli atti come interrogazioni ma è perplessa che dopo 30 giorni l'atto vada in Consiglio senza discussione. Chiede di inserire il fatto che tutte le interrogazioni debbono essere discusse entro i 30 giorni: si dichiara allibita e perplessa.

Alle ore 12: 10 la presidente Sambo, non essendoci ulteriori domande, dichiara chiusa la seduta.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 31-07-2018 ore 15:31
Ultima modifica 31-07-2018 ore 15:31
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