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I Commissione - Verbale

Seduta del 22-09-2017 ore 09:00

 

Consiglieri componenti la Commissione: Maika Canton, Felice Casson, Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Andrea Ferrazzi, Rocco Fiano, Enrico Gavagnin, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Marta Locatelli, Deborah Onisto, Giorgia Pea, Paolo Pellegrini, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Chiara Visentin

 

Consiglieri presenti: Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Andrea Ferrazzi, Rocco Fiano, Elena La Rocca, Deborah Onisto, Giorgia Pea, Francesca Rogliani, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Barbara Casarin (sostituisce Enrico Gavagnin), Alessio De Rossi (sostituisce Chiara Visentin), Giancarlo Giacomin (sostituisce Marta Locatelli), Giovanni Pelizzato (sostituisce Felice Casson), Nicola Pellicani (sostituisce Monica Sambo), Silvana Tosi (sostituisce Giovanni Giusto)

 

Altri presenti: Assessore Paolo Romor, Dirigente Nicoletta Ongaro, Funzionario Franco Nicastro, Funzionaria Lorena Dei Rossi

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Esame della Proposta di Deliberazione PD 197 del 31/5/2017: Approvazione del Regolamento in materia di diritto di accesso

Verbale

Alle ore 9:20 il consigliere Cotena assume la presidenza e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. Legge l'ordine del giorno e ricorda che l’argomento è già stato ampiamente illustrato in una precedente commissione.

PEA spiega di aver approfondito alcuni temi, sul termine sostiene che passare da 30 a 7 giorni forse è eccessivo, a suo dire ci si può attestare sui 15 giorni, chiede un emendamento di Giunta che vada in questa direzione.

ROMOR premette che deve sentire gli uffici ma tende a dire che va bene la richiesta della consigliera Pea, servono dei tempi comunque ragionevoli e compatibili con la continuità lavorativa degli uffici coinvolti. Crede che 15 giorni possa andar bene.

LA ROCCA si dice concorde sul termine di 15 giorni e richiede un altro compromesso sul tema dell'invio delle richieste di accesso agli atti alla Presidenza del Consiglio. In riferimento all'articolo 39 comma 2 del nuovo Regolamento in materia di diritto d’accesso, chiede se l'esigenza sia conoscere le ragioni e le motivazioni degli accessi oppure se ve ne siano altre. Se solo la prima allora propone un emendamento “...agli uffici che detengono gli atti e, per conoscenza, all'ufficio di Presidenza del Consiglio...”, sul comma 3 sul diritto dei consiglieri propone di sostituirlo col comma 2 dell’art.43 del Tuel. Legge i diritti dei consiglieri del Tuel che ritiene essere un riferimento migliore.

DE ROSSI chiede di potenziare l'ufficio della Presidenza del Consiglio strutturandolo per poter gestire tutte queste richieste di accesso al meglio. Intenzione della Presidente, sostiene, è agevolare e aiutare queste richieste di accesso, come forma di garanzia. Chiede questo potenziamento.

SENNO si associa alla richiesta del consigliere De Rossi al fine d’evitare che per ottemperare a tali richieste non si rischi di lasciare indietro altri lavori in carico all’ufficio.

PELLICANI chiede conferma che già oggi la presidenza faccia da regia e riceva le richieste d’accesso agli atti.

ROMOR risponde affermativamente. Sul ruolo dell'ufficio della Presidenza spiega che lo scopo sta che in questo modo vengono distribuite le richieste che arrivano agli uffici competenti al fine d’evitar doppioni e ridurre i tempi. In questo senso gli appare utile. Sul comma 3 e quello del Tuel spiega che la norma citata dalla consigliera La Rocca è già citata al comma 1 del nuovo regolamento, a pagina 18, oltre a questa c'è in più il comma 3 che è in aggiunta.

DEI ROSSI sostiene che forse basterebbe aggiungere la parola “anche” per dare più enfasi.

ROMOR condivide vada bene aggiungere “anche” al comma 3 dell’art.39 e legge la frase riformulata.

SCANO chiede all’Assessore come ritenga che la struttura che fa capo alla Presidente del Consiglio possa valutare a chi vanno indirizzate le richieste; già in passato ci sono state delle lungaggini che sono contrarie all'articolo 43 comma 2 del Tuel, la Presidenza del Consiglio è un filtro in più ma anche a volerlo mettere non dovrebbe essere la Presidenza del Consiglio ma semmai, sostiene, il Segretario Generale. Legge l'articolo 43 del Tuel che disciplina i compiti della Presidenza del Consiglio: sostiene sia un tema importantissimo. Aggiunge che il termine dei 7 giorni dell'articolo 55 del vigente Regolamento è quasi sempre disatteso, specie per le società partecipate. Cita come esempio negative la richiesta della copia dei contratti di assunzione dell'Ingegnere Seno di AVM: su questo la Presidenza del Consiglio non ha mai sollevato nessun rilievo, anche per questo si ritiene dubbioso. Sostiene che se le società partecipate prendono per buono il termine di 30 giorni che invece è quello per un comune cittadino allora c'è qualcosa che non funziona. Chiede dove e da quali fonti normative abbiano inoltre colto il termine dei 30 giorni oggi arrivati a 15, allora potrebbe anche chiedere che non venga messo nessun termine.

ROMOR sostiene che il termine è una tutela per il consigliere, senza termine l'ufficio può rispondere quando vuole: serve per mettere in campo lezioni rimediali. Il termine è portato a 15 giorni per contemperare l'esigenza di speditezza del consigliere e anche per non bloccare le attività dell'ufficio. 15 giorni gli appaiono una misura giusta anche per non rendere troppo diversi il diritto del consigliere da quello del cittadino.

ONGARO sostiene vada fatta una lettura logico- sistematica della norma: se nella Legge 241 si stabilisce un termine generale di diritto d'accesso allora il combinato disposto dice che il termine è 30 giorni, come criterio generale.

SCANO le chiede se abbia trovato giurisprudenza in tal senso.

ONGARO risponde che non le è mai stato chiesto di farlo.

SCANO ribatte che l'ha chiesto l'altra volta: sostiene di non averla trovata ma invece afferma che c'è giurisprudenza che dice che il termine deve essere diverso tra cittadino e consigliere.

ROMOR sostiene che se non si mette un termine l'ufficio non è mai inadempiente e non scatta mai rimedio.

SCANO informa che non è mai stata fatta una denuncia per omissione d’atti d'ufficio perché nessun consigliere ha mai voluto farle: allora vanno messe delle sanzioni pecuniarie per il dirigente capo che non risponde entro 15 giorni.

ROMOR fa sapere che l'ufficio della Presidenza ha sempre evaso la richiesta e funziona, motivo per cui l'ha lasciato così.

PEA cita il comma 2 dell'articolo 30 sulle impugnazioni, del nuovo regolamento, e chiede cosa accada in caso di silenzio/rifiuto.

DEI ROSSI risponde che si procede come previsto dalla norma; precisa inoltre che c'è giurisprudenza sull'accesso di consiglieri ma riferita sempre ai limiti e non sulle modalità di accesso. Aggiunge che altra giurisprudenza non l'ha trovata.

FIANO, sempre sulla scelta di utilizzare/indirizzare le richieste di accesso all'ufficio della presidenza, chiede se sia una scelta di praticità o se possa creare dei problemi perché l'impugnazione deve essere l'ultima strada da perseguire.

DE ROSSI, sull'accesso agli atti, chiede se ci sia una modulistica d'aiuto e se ci sia una procedura interna per spiegare e snellire la procedura e produrre una richiesta completa

SCANO tiene a precisare che non è detto che l’interessato abbia tutti i riferimenti dell'atto che gli interessa, per cui per assurdo si corre di più il rischio che la domanda, con dei moduli predefiniti, venga rigettata.

NICASTRO fa sapere al riguardo che i modelli per i cittadini sono già online.

DEI ROSSI spiega che non c'è una modulistica per i consiglieri perché la loro attività è molto ampia.

SCANO chiede se ritengano applicabile l’art.30 sulle impugnazioni

ONGARO risponde che si tratta di una norma speciale, quella dei consiglieri, e la tutela è quella generale.

SCANO chiede se il rimedio è quello del Difensore civico.

ONGARO risponde che quando c'è vacanza su un istituto si applica quello di legge, quindi in caso anche al Difensore civico.

ROMOR risponde a Fiano CHE è mantenuto il ruolo della Presidenza per questioni di speditezza e perché è un meccanismo che ha funzionato bene per cui non vede motivi per cui cambiare.

SCANO risponde che comunque il filtro non è efficace e ribadisce preferirebbe che in caso fosse fatto dalla Segreteria generale. Cita un esempio negativo di accesso agli atti su IVE e legge una nota a testimonianza dei ritardi nelle risposte e delle problematiche sui diritti di accesso, anche riferimento ai controinteressati, che non esistono per i consiglieri. Afferma che sembra che la presidenza di IVE abbia poi contattato il Gabinetto del Sindaco per risolvere la questione.

ROMOR dichiara d’esser dubbioso sulle società, per il fatto che queste hanno il dovere di non divulgare alcuni contratti perché magari su quelli si può intentare una causa e si rischia di creare un danno alla società stessa. Non è facile, per questo resta col dubbio. Questo, precisa, non è il diritto del controinteressato ma è un'altra cosa. Se le transazioni di un ente pubblico possono essere sempre pubblicate allora potrebbe esserci il rischio che nessuno transi più.

FERRAZZI sostiene che il caso citato dal consigliere Scano serve per la norma: il passaggio consigliere - presidenza – ufficio; se in questo caso l'ufficio ha risposto alla Presidenza e non al consigliere è un errore: questo fatto va chiarito la risposta deve andare a suo dire direttamente al consigliere, questo va precisato nel Regolamento.

DE ROSSI chiede chi verifichi queste inadempienze nel caso in cui si sforano i termini.

LA ROCCA sostiene siano state dette delle cose che non succedono nella realtà e che la Presidenza faccia da filtro anche nella risposta: cita un esempio di una richiesta da lei fatta sui servizi educativi: dall'ufficio le hanno risposto che avevano già adempiuto ma in realtà tale risposta non è arrivata se non mesi dopo. Per questo chiede che la Presidenza sia messa solo in conoscenza.

PELLICANI chiede se si può inserire un comma che prevede che la Presidenza del Consiglio si faccia garante della tempistica.

ROMOR sostiene che si equivochi tra un eventuale malfunzionamento generale e il fatto che possa esserci stato qualche disguido.. Va bene la richiesta di valutare se opportuna la responsabilità dirigenziale più di quanto sia già nelle norme e valutare anche se rispondere direttamente al consigliere e per conoscenza alla Presidenza.

LA ROCCA informa che il Dott. Vergine nella commissione precedente ha sostenuto delle cose diverse da una risposta che ha ricevuto dall'ufficio di Presidenza.

Alle ore 10:45 il consigliere Cotena, preso atto di quanto emerso dal dibattito e non essendoci ulteriori domande, propone di inviare in Consiglio comunale in discussione la Proposta di Deliberazione in oggetto e dichiara chiusa la seduta.
La commissione approva.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 16-10-2017 ore 08:47
Ultima modifica 16-10-2017 ore 08:47
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