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IX Commissione - Verbale

Seduta del 05-04-2016 ore 09:30

 

Consiglieri componenti la Commissione: Luca Battistella, Maika Canton, Barbara Casarin, Saverio Centenaro, Maurizio Crovato, Paolino D'Anna, Francesca Faccini, Andrea Ferrazzi, Gianpaolo Formenti, Enrico Gavagnin, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Lorenza Lavini, Giorgia Pea, Giovanni Pelizzato, Paolo Pellegrini, Monica Sambo, Alessandro Scarpa, Renzo Scarpa, Matteo Senno, Sara Visman

 

Consiglieri presenti: Luca Battistella, Maika Canton, Barbara Casarin, Saverio Centenaro, Maurizio Crovato, Paolino D'Anna, Francesca Faccini, Gianpaolo Formenti, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Giovanni Pelizzato, Paolo Pellegrini, Monica Sambo, Alessandro Scarpa, Renzo Scarpa, Matteo Senno, Sara Visman, Alessio De Rossi (sostituisce Giorgia Pea), Giancarlo Giacomin (sostituisce Enrico Gavagnin), Deborah Onisto (sostituisce Lorenza Lavini)

 

Altri presenti: Direttore Alessandro Martinini, Consigliere Delegato al Lavoro- Referente per le Relazioni con il Pubblico Paolino D'anna, Direttore dell'Ente Veneto Lavoro Tiziano Barone, Maurizio Rasera dell'Osservatorio & Ricerca Veneto Lavoro

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Audizione del Direttore dell'Ente " VENETO LAVORO" in merito alla situazione attuale e prospettive di lavoro nel territorio comunale e metropolitano

Verbale

Alle ore 9:50 il consigliere Pellegrini assume la presidenza e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. Legge l'ordine del giorno: annuncia che si tratta di una commissione ricognitiva per avere una panoramica sulle problematiche lavorative del territorio e lascia la parola al Consigliere Delegato al Lavoro e, a seguire, al Direttore dell'Ente Veneto Lavoro.

D'ANNA riferisce che questa commissione serve per conoscere Veneto Lavoro, Ente strumentale della Regione, osservatorio del mercato del lavoro che fornisce dati, informazioni e promuove servizi per l'impiego e con cui, quand'era assessore in Provincia, ha collaborato spesso.

BARONE spiega che Veneto Lavoro è agenzia in house della Regione Veneto, cui quest'ultima ha affidato le funzioni generali di monitoraggio ed assistenza tecnico-progettuale, con competenze specifiche in materia di osservazione del Mercato del lavoro, sistema Informativo Lavoro Veneto e Assistenza Tecnica ai Servizi ed alle Politiche per il lavoro. Inoltre, a settembre 2015, la Regione ha affidato a Veneto Lavoro, sempre in qualità di organismo in house, anche le funzioni di assistenza tecnica nell'ambito delle attività di programmazione, gestione, sorveglianza e controllo. L'esercizio di funzioni così ampie e complesse richiede una forte interazione con le strutture regionali coinvolte nell'attuazione dei programmi, nonché con gli organismi di concertazione regionale. Nel sito di Veneto Lavoro si raccolgono e forniscono informazioni; ogni 3 mesi viene pubblicata "La Bussola", che garantisce con tempestività l'aggiornamento di dati e informazioni sfruttando le informazioni ricavabili dal Silv (Sistema informativo lavoro veneto). Queste hanno quale fondamento le Comunicazioni obbligatorie trasmesse da aziende ed enti pubblici all'atto dell'instaurazione, cessazione o trasformazione di un rapporto di lavoro e le dichiarazioni di disponibilità rilasciate dai lavoratori disoccupati ai Centri per l'impiego della Regione. Al suo interno vengono anche rilanciati i dati Istat sulle forze di lavoro con riguardo alla realtà regionale. Cita come esempio degli ultimi argomenti trattati la verifica sugli effetti del Jobs Act al fine di verificare i numeri di contratti a tempo indeterminato. Aggiunge che ogni mese fanno il punto con "Garanzia Giovani", un report che presenta il monitoraggio, per il Veneto, del programma europeo ugualmente denominato, al quale possono aderire i giovani fino ai 29 anni. Oltre alle caratteristiche anagrafiche degli aderenti, si illustrano, in 8 tabelle, i percorsi successivi: stipula del patto di servizio, trattamenti erogati, esiti (placement). Precisa che si sono iscritti 60.000 giovani nel Veneto in 2 anni. Inoltre sviluppano reti di servizi e area immigrazione per l'inserimento socio-lavorativo di queste persone. Spiega che è il soggetto che raccoglie al proprio interno i centri per l'impiego. Passa ad analizzare alcuni dati che confrontano alcune situazioni, dal 2008 (anno di massima occupazione nella Regione Veneto e nella Provincia di Venezia) ad oggi, e che dimostrano quanto la sofferenza sia stata evidente nei lavoratori indipendenti. In questo periodo la disoccupazione è raddoppiata, con 13.000 persone in più che cercano lavoro e hanno necessità di esser riportate a lavoro nella sola provincia di Venezia. Spiega che con la crisi e col Jobs Act si sono ridotti i tempi d'inserimento lavorativo, e che il ruolo dei servizi pubblici del settore cambierà passando dall'amministrazione della disoccupazione alla gestione delle azioni di politica attiva. Legge le tabelle con i dati Inps da cui si ricava: una leggera riduzione del numero delle imprese che hanno dipendenti, la diminuzione del numero delle imprese fino a 5 lavoratori che passano da 20.000 a 18.000 mentre il numero delle imprese con più di 200 dipendenti varia di poco e quello da 15 a 20 dipendenti ha visto una piccola crescita. Afferma che la crisi non ha cambiato la struttura delle imprese ma c'è stata un'"asciugatura", che il manifatturiero è calato mentre si registra una tenuta del terziario, il commercio (alberghi e ristoranti esclusi) è rimasto stabile, il turismo è in recupero. Il lavoro autonomo ha registrato una riduzione del 10%, da 28.000 del 2008 a 25.000 del 2015. Aggiunge che nell'area metropolitana nel 2015 il Jobs Act ha stabilizzato molti tempi determinati, che ora bisogna valutare la tenuta di questa riforma e che comunque il saldo dal 2008 al 2015 è negativo nella Provincia ma positivo nel Comune di Venezia.
Alle ore 10:20 entrano i consiglieri Formenti e De Rossi, esce il consigliere Scarpa A.

RASERA tiene a precisare che nel lungo periodo il terziario ha comunque tenuto, le perdite maggiori si sono registrate nel tessile, nel legno-mobilio e, a Venezia, nel vetro. Sostiene che la caduta dei contratti a tempo indeterminato, pur affievolita nell'ultimo anno col Jobs Act, sia un dato importante, rilevante, e che gli ammortizzatori sociali siano serviti per mantenere la manodopera legata alle imprese per periodi lunghi e che la cosiddetta Cassa in deroga è servita alle imprese fino a 5 dipendenti che sono il 75% del totale. Aggiunge che anche nel corso del 2015 ha aperto una procedura di crisi un numero significativo di imprese, senza nessuna inversione di tendenza netta rispetto al 2014 e che Venezia, a differenza della regione, ha subito la crisi ma è stata parzialmente salvata dal terziario forte e dai flussi turistici, mentre la struttura manifatturiera regionale ha pagato un costo altissimo.

D'ANNA dichiara che nel 2008/2009, anni in cui è scoppiata la crisi, in pochi leggevano questi dati che erano premonitori e facevano capire che la Provincia di Venezia ne sarebbe stata colpita fortemente. Sostiene che Venezia si sia salvata un po' grazie ai lavori stagionali e che i centri per l'impiego non erano preparati e non hanno messo in campo degli strumenti idonei per gestire questa crisi come avrebbero potuto.

BARONE precisa che il Jobs Act obbliga ad avere delle buone politiche attive e passa in lettura le tabelle con i dati sulla disoccupazione. Sull'assegno di ricollocazione specifica che il lavoratore disoccupato, passati 4 mesi, può accedere ai centri per una ricollocazione "intensiva" e viene rimborsato a risultato: questo è un orientamento della politica attiva, un modo nuovo e semplice di reimmissione nel lavoro. I servizi pubblici per l'impiego debbono accertare che il disoccupato accetti queste reimmissioni. Il dato delle tabelle indica 98.000 disoccupati nella provincia di Venezia. Il 65% dei disoccupati in Veneto trova un altro lavoro entro 6 mesi ma resta fuori, oltre 30.000 persone che sono nella disoccupazione da oltre 5 anni, un numero di lavoratori (tra i 15 e i 25.000) che vanno aiutati nella reimmissione al lavoro: quest'ultima è la cifra su cui si deve lavorare. Sostiene che le indennità di disoccupazione vadano sempre legate alle politiche attive. Per far questo debbono esser usati gli strumenti dei centri per l'impiego con tirocini e aggiunge che c'è sempre una domanda di lavoro che non viene soddisfatta e che, ovviamente, una fase di sviluppo e crescita economica aiuterebbe la reimmissione.
Alle ore 10:45 esce il consigliere D'Anna ed entra il consigliere Scarpa A.

DE ROSSI, riguardo i lavori di pubblica utilità, chiede quali siano gli obblighi per i lavoratori e per gli enti che li accolgono e se la Regione può inserirsi dettando normative più stringenti.
Alle ore 11:10 esce il consigliere Scarpa A.

BARONE risponde che, al momento, non ci sono regole nuove, manca ancora il decreto attuativo al Decreto legislativo 150/2015 che all'art.26 tratta i lavori di pubblica utilità e che, per il futuro, si augura che la partita delle pubblica utilità vada pensata bene. Precisa che fino a settembre 2015 il disoccupato dichiarava il suo stato e basta, ora invece bisogna verificare se sono attivi: in passato funzionava diversamente. Riepiloga che 1/3 dei disoccupati trova lavoro da sé, 1/3 lo è da più di 5 anni e probabilmente non lo cerca più (o ha cambiato residenza o altro) e 1/3 è quello su cui bisogna lavorare con le politiche attive: oggi (col Jobs Act) se sei disoccupato devi dichiararti e devi partecipare a un percorso attivo.

LA ROCCA chiede se come Veneto Lavoro abbiano fatto un ragionamento anche sulla fetta di lavoratori in nero, o sui non interessati al lavoro o sugli studenti che non lo trovano.

RASERA specifica che in realtà il dato Istat comprende anche il "lavoratore in nero" e che nella provincia di Venezia vi sono stati 1026 lavoratori socialmente utili.

BARONE fornisce il dato dell'Istat, per il 2014, che indica 167.000 persone in Regione che cercano lavoro e 141.000 quelle che non lo cercano.

GIACOMIN chiede se i lavoratori messi in mobilità definitiva possano rientrare tra i Lavoratori socialmente utili e quali strumenti vi siano a tutela dei disoccupati.

BARONE riferisce che a regime, col Jobs Act, più lavori e più sei tutelato ma al massimo comunque si arriva a due anni di copertura: per questo ritiene fondamentale avere una reimissione nel lavoro delle persone, in caso contrario il Jobs Act esplode.

RASERA fa un rapido accenno alla cassaintegrazione e alla mobilità, sostiene che oggi si accorciano i periodi e si estendono a tutta la popolazione con le politiche attive; precisa poi che ogni mese si defalca il 3% dello stipendio proprio per stimolare la ricerca di un nuovo lavoro.

PELLEGRINI afferma che, ad esempio, quando si parla del problema della residenzialità si ripete sempre che per favorirla la città deve produrre lavoro: chiede se esista una qualche fonte per sapere da dove vengono i lavoratori che lavorano quotidianamente a Venezia.

BARONE gli risponde che può esser fatta un'analisi specifica, ad hoc, e che oggi hanno portato in commissione una sintesi di dati ufficiali su cui si lavora per recuperare informazioni. Se si ritiene importante capire la destinazione e la provenienza dei flussi si può chiedere alla Regione, ovvero al datore di lavoro di Veneto Lavoro, di farli lavorare in tal senso.

Alle ore 11:30, non essendoci ulteriori domande ed esaurito l'ordine del giorno, il Presidente ringrazia i presenti e dichiara chiusa la seduta.

 

 

 

 

Atti collegati
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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 22-04-2016 ore 09:13
Ultima modifica 22-04-2016 ore 09:13
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