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I Commissione - Verbale

Seduta del 10-02-2016 ore 12:30

 

Consiglieri componenti la Commissione: Maika Canton, Felice Casson, Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Andrea Ferrazzi, Enrico Gavagnin, Giancarlo Giacomin, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Marta Locatelli, Deborah Onisto, Giorgia Pea, Paolo Pellegrini, Nicola Pellicani, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena

 

Consiglieri presenti: Maika Canton, Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Andrea Ferrazzi, Enrico Gavagnin, Giancarlo Giacomin, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Deborah Onisto, Paolo Pellegrini, Nicola Pellicani, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Rocco Fiano (sostituisce Felice Casson), Silvana Tosi (sostituisce Marta Locatelli)

 

Altri presenti: Consigliere Delegato Anticorruzione Ottavio Serena, Segretario Generale Rita Carcò, Dirigente Carlo Salvatore Sapia

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Illustrazione della Delibera di Giunta n° 11 del 2/2/2016: Comune di Venezia – adozione dell'aggiornamento del Piano triennale di prevenzione della corruzione 2016-2018 e dell'aggiornamento del Programma triennale per la trasparenza e l'integrità 2016-2018 e relativi allegati, in applicazione della legge n.190 del 6.11.2012 e del Decreto Legislativo n.33 del 14.03.2013.

Verbale

Alle ore 12:45 la consigliera Sambo assume la presidenza e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta; legge l'ordine del giorno e lascia la parola al Consigliere delegato anticorruzione.

SERENA precisa che sarà la dott.ssa Carcò, responsabile per la prevenzione della corruzione del Comune di Venezia, ad illustrare la Delibera di Giunta n.11 del 2/2/2016 ed il Piano triennale di prevenzione della corruzione 2016- 2018, mentre lui farà delle considerazioni di chiusura, anche alla luce delle recenti interrogazioni presentate dal Consigliere Scano al riguardo.

CARCÒ prende in considerazione l'ultima determinazione dell'ANAC di novembre scorso che, invece dell'approvazione di un nuovo Piano Nazionale Anticorruzione, ha solamente apportato dei correttivi al precedente piano nazionale approvato nel 2013 dopo la legge 190 del 2012. Spiega che ANAC ha rilevato alcune criticità, all'interno del Piano triennale di prevenzione della corruzione del Comune di Venezia, che sono state analizzate e riguardano le motivazioni di seguito riportate. La mancanza dell'analisi del contesto esterno, ad esempio, per la cui realizzazione, anche se in realtà era già stata eseguita, è stato sentito anche il Prefetto con cui è stata fissato un ulteriore incontro il giorno 16 febbraio assieme ad altri responsabili per la prevenzione della corruzione del territorio. La mancata analisi del contesto interno, pure questa in realtà già fatta e anche adeguatamente dopo il caso "Bertoncello": in questo caso il lavoro della Magistratura e della commissione interna, in collaborazione con i dirigenti, aveva rappresentato la prima esperienza per capire come e quanto la macchina comunale fosse aggredibile dall'esterno. Spiega inoltre che ANAC richiede l'analisi e la mappatura dei processi, mentre l'Amministrazione aveva effettuato una mappatura per procedimenti, con un'impostazione diversa. ANAC sostiene che quest'ultima (per procedimenti) sia una condizione necessaria per partire ma non sufficiente in quanto i procedimenti analizzano la sola azione pubblica, mentre i processi comprendono anche l'azione di terzi, includendo così tutte le interazioni con la società in cui ci si trova. Il lavoro dell'Amministrazione è quindi proseguito provando ad inserire i procedimenti all'interno di processi più ampi, considerato che ANAC chiede che l'analisi dei macroprocessi sia fatta entro il 2016 e che l'iter globale sia concluso entro il 2017. Precisa che nella sostanza è già pronta l'analisi di alcuni processi di cui si è già avuta esperienza e che il Piano Anticorruzione dovrà essere aggiornato costantemente. Afferma che intanto si va avanti col primo step e che la settimana prossima, in qualità di responsabile per la prevenzione della corruzione del Comune di Venezia, presenterà il Piano triennale di prevenzione della corruzione 2016- 2018 a tutti gli stakeholder, in attesa di fare proprie o meno loro eventuali osservazioni. Riguardo alla mappatura per processi sostiene che bisogna stabilire se mantenere l'impostazione delle 6 aree a rischio individuate dal Comune di Venezia rispetto alle 4 previste dal PNA, a cui poi l'ANAC ne ha aggiunte altre, collegate alle attività che riguardano pagamenti e liquidazioni per i settori Patrimonio, Urbanistica e Avvocatura. Aggiunge che ANAC richiede siano individuati i nomi dei soggetti responsabili delle azioni: in questo caso non si è riusciti a specificare un nome per tutti i casi, dove c'è il RUP il nome è chiaro, in altri casi invece bisognerà capire meglio tenendo conto anche della nuova organizzazione. Altra richiesta soddisfatta è l'individuazione dell'evento rischioso che era già stata fatta ma va esplicitata: accanto ad ogni azione è così stato indicato il livello del rischio. All'interno delle attività sono state poi individuate le singole fasi e per ogni fase il processo di riferimento. Aggiunge che vi sono state delle innovazioni anche sulle perizie suppletive, sui contributi e sui controlli alle spese: per questo sono stati costituiti dei gruppi interdirezionali e le linee guida sui controlli verranno pubblicate entro marzo. Sono stati inoltre meglio indicati i processi e le attività che riguardano le nomine, separati i concorsi pubblici dagli altri incarichi e nell'area 2, che una volta era aggregata, ora sono state separate tutte le attività. Spiega che nell'analisi del contesto interno si è partiti dall'analisi degli anni precedenti, le cui relazioni sono pubblicate sul sito del Comune di Venezia. Afferma che al personale del Comune è stata fatta una formazione obbligatoria, coinvolgendo anche 380 dipendenti in maniera attiva anziché passiva: i dipendenti stessi hanno così potuto indicare le attività che considerano a rischio e domani mattina, al Teatro Goldoni, si terrà la giornata conclusiva di analisi del lavoro svolto. Conclude che bisogna creare una cultura sull'argomento oppure il rischio corruzione sarà sempre destinato ad aumentare. Ricorda inoltre che allegato al Piano Anticorruzione c'è il programma della trasparenza che tiene conto di diverse cose e che comunque andrà modificato non appena sarà disponibile il testo del decreto Madia che sembra porterà molte novità al riguardo. Ricorda che in una precedente commissione erano stati posti all'attenzione alcune problematiche relative al sito internet del Comune di Venezia che, indubbiamente, va migliorato.

PELLEGRINI ricorda che nel corso di una precedente commissione è stato spiegato lo strumento del whistleblower, attivato a dicembre, e chiede quante segnalazioni siano pervenute sinora.

CARCÒ risponde che da quando è stato attivato il whistleblower, verso fine dicembre, fino ad oggi, non è ancora arrivata nessuna segnalazione; mentre fuori da questa procedura sono pervenute due segnalazioni in tutto il 2015.

SAMBO, augurandosi ovviamente che il Comune sia sempre esente da questo tipo di segnalazioni, ricorda che a livello nazionale si sta votando la stessa procedura, un fatto che dovrebbe portare una migliore cultura in merito, assecondando la logica secondo cui segnalare illeciti va considerata una cosa positiva, meritevole.

GIACOMIN chiede se quando viene fatta una segnalazione ci sia un "alert" conseguente.

CARCÒ spiega che esistono due tipi di segnalazioni. Alcune interpretative, in questo caso si predispone una risposta al fine di lavorare meglio, in sicurezza. Altre più personali, in questo caso scatta l'indagine e la risposta è immediata. Con lo strumento del whistleblower avviene uno scambio di informazioni, continuativo ed anonimo, che parte immediatamente.

COTENA sostiene che il codice di comportamento interno, approvato con deliberazione di Giunta n. 21 del 31/1/2014, è scarno e che la sua impostazione dev'essere più particolareggiata e dettagliata. Chiede se tutti i dipendenti siano a conoscenza dell'esistenza di tale codice.

CARCÒ precisa che il codice di comportamento contiene norme e riferimenti affinché ciscun dipendente si senta responsabilizzato e che, almeno in teoria, tutti i dipendenti dovrebbero averlo visionato, in quanto sono state inviate delle informazioni di ritorno dell'avvenuta ricezione dello stesso da parte di ogni singolo dipendente.

SCANO afferma che ha piacere si affronti questo tema, anche se non ci è soffermati sugli aspetti critici già evidenziati con quattro interrogazioni al riguardo presentate dal suo gruppo. Chiede se il gruppo interdirezionale che valuta i prezzi sia già attivo, quali siano i termini e gli obiettivi della rotazione, cosa sia previsto per la formazione e se, per l'anno 2016, si riuscirà ad ottemperare alle misure previste per sussidi, contributi e quant'altro, al di là di quelli previsti e ben regolamentati dai servizi sociali, affinché non ci sia più discrezionalità nel dare patrocini e sale gratuite su indicazione del Presidente della Municipalità oggi ma neanche della Giunta domani, viste le proposte di delibera sulle Municipalità che verranno trattate a breve.

CARCÒ afferma che il gruppo interdirezionale prezzi, costituito da personale tecnico, è già partito e sta lavorando, che si tratta di un ricorso al gruppo di tipo istruttorio, che riguarda lavori pubblici e urbanistica, per valutare offerte che in alcune istanze possono apparire anomale mentre in altre no; per questo serve un gruppo che costituisca un archivio e sia da riferimento per i RUP. Sulla rotazione afferma ch il programma è già stato elaborato e condiviso con l'Amministrazione e ora è all'esame delle sigle sindacali; precisa che si sta parlando della rotazione del personale delle aree considerate a rischio e il personale va sostituito con altro già formato e preparato, per questo ci dev'essere un forte legame con la formazione, che dev'essere obbligatoria e continua e che oggi è fatta con personale interno per risparmiare e andrà estesa anche alle società partecipate. Spiega che il regolamento sui contributi è un buon regolamento, che nasce dalla L. 241/1990 prevedendo una procedura pubblica, anche se poi nella realtà, da quando è stato approvato il regolamento, non ci sono più stati soldi per contributi, dalla gestione commissariale in poi. Spiega che vi sono poi altri casi, ad esempio per la coorganizzazione di eventi con le Municipalità ritenuti di pubblico interesse, che non sono soggetti al Regolamento e all'erogazione di contributi.

LA ROCCA chiede se il riconoscimento dell'uso di spazi ad associazioni rientri in questi casi.

CARCÒ risponde affermativamente in quanto ricadono tra i contributi indiretti, sempre nell'ipotesi di benefici pubblici.

GIACOMIN citando la delibera, al punto 4, chiede se si parli solo di presa visione.

CARCÒ specifica che la delibera è di Giunta, mentre il Piano triennale di prevenzione della corruzione è competenza del Segretario Generale, per questo ha avviato le consulatazioni con tutti, in qualità di responsabile anticorruzione.

SERENA ricorda che in America il whistleblower esiste da 50 anni ed è anche collegato a premi economici per coloro che fanno segnalazioni. Afferma che bisogna promuovere la cultura del non silenzio e che, ad oggi, questo strumento in Italia non è molto esteso e conosciuto: ne va data una maggior pubblicità e informativa, anche per questo finora non ha avuto segnalazioni. Aggiunge che il Piano triennale di prevenzione della corruzione va aggiornato, anche perché verranno realizzati alcuni parametri fondamentali quali la rotazione del personale, la diminuzione delle società e la riduzione delle direzioni. Il piano, specifica meglio, andrà aggiornato costantemente. Spiega che la delibera è stata vista e modificata in Giunta, con 16 punti cardine richiamati in vari passaggi, sicuramente migliorativi del precedente piano triennale, e che sul contesto esterno vanno riportate tutte le situazioni che si leggono anche sulla stampa. Cita come esempi i recenti articoli sull'Ater e gli arresti del presidente di Ames e di alcuni dirigenti Veritas. Insiste nell'affermare che con le società partecipate non basta il protocollo di legalità ma va creato un ufficio/organismo di controllo a 360°, in quanto la figura del Segretario generale, anche se supportato tecnicamente dalle varie aree di attività, non basta, non è sufficiente a gestire una situazione così importante e complessa. Spiega come occorra creare a breve un'adeguata struttura organizzativa che svolga attività d'ispezione, controllo e monitoraggio. Si augura che si approfondisca e perfezioni sempre più questo meccanismo che assicuri con controlli e monitoraggi il contrasto alla corruzione. Conclude ribadendo che il documento dev'essere dinamico, aggiornabile di continuo e che la situazione ora andrà rimodulata con la riorganizzazione.

Alle ore 14:20, non essendoci altre domande ed esaurito l'ordine del giorno, la Presidente dichiara chiusa la seduta.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 29-12-2016 ore 13:54
Ultima modifica 29-12-2016 ore 13:54
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