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Movimento 5 Stelle - Mozione nr. d'ordine 492

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nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente data protocollo
492 135 21/09/2016 Sara Visman
 
Davide Scano
Elena La Rocca
22/09/2016

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
ritiro29-06-2018Leggi

 

Venezia, 21 settembre 2016
nr. ordine 492
n p.g. 135
 

Al Sindaco
Alla Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario


e per conoscenza

Al Presidente della Municipalità Marghera

 

Oggetto: Nuovo impianto di termovalorizzazione rifiuti - Mozione ai sensi dell’art. 9 del Reg. C.C.

 

Premesso che

 

1. VERITAS S.p.A., società controllata dal Comune di Venezia per una quota del 50,32%, controlla, in via diretta ed indiretta, al 95% la società Ecoprogetto Venezia S.r.l. che si occupa del trattamento dei rifiuti solidi urbani, compresa la gestione di impianti destinati alla produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario);


2. nell'ottica di razionalizzazione societaria dettata dal legislatore, VERITAS ha deciso, tra le varie misure, di cedere una parte del capitale sociale di tale azienda;


3. con avviso pubblico del 29.02.2016, la società ha così avviato una procedura comparativa per la selezione di soggetti intenzionati all'acquisizione di due lotti distinti pari al 20% ciascuno del capitale sociale (per un controvalore, complessivamente, di 22 milioni di euro). Nel bando veniva chiesto di presentare un “progetto di contribuzione allo sviluppo tecnico-strategico ed operativo di Ecoprogetto” per la valutazione delle offerte;

considerato che

 

4. il bando è stato aggiudicato provvisoriamente all'ATI composta dalle imprese Bioman S.p.A. e Sesa S.p.A. le quali hanno presentato, insieme all'offerta, un progetto teso “a realizzare un impianto di valorizzazione energetica dei rifiuti trattati, con la produzione:
- di energia elettrica, da utilizzare anche per alimentare il funzionamento dell’impianto di produzione di CSS, risparmiando gli elevati costi di approvvigionamento energetico;
- di energia termica, da utilizzare in una rete di teleriscaldamento da realizzarsi nell’area di Marghera, secondo una soluzione già attivata con buoni risultati in altre esperienze
”.
Tali propositi sono stati illustrati puntualmente alla riunione del Comitato di Bacino del Consiglio di Bacino Venezia Ambiente, il giorno 12 settembre scorso. La relazione preparata dal Direttore sembra sia stata accolta positivamente, con un voto favorevole, da parte dei comuni facenti parte di quell'organo ad esclusione del Sindaco di Mira;


5. il progetto dell'ATI sembra puntare all'apertura di un impianto per il conferimento e l'incenerimento di CSS per le quantità attualmente bruciate nella centrale Enel “Palladio” di Fusina (massimo previsto: 70 mila tonnellate) nonché per quelle eccedenti, trasportate ora in altri impianti siti nella regione Veneto;
Le ipotesi apparentemente allo studio, secondo indiscrezioni della stampa locale (Gazzettino del 19.09 e Nuova Venezia del 20.09.2016), sono quelle di un impianto ex novo o, più probabilmente, il riutilizzo di una struttura già esistente come quella dell'inceneritore SG31, chiuso dopo anni di sollevazioni cittadine nei confronti della Regione, o quello di Fusina, chiuso nel 2014 per scelta esplicita dell'amministrazione comunale quale importante misura anti-inquinamento e per l'aumentato livello di raccolta differenziata;


6. a conferma di quanto sopra, nel comunicato n° 61 del 16 settembre scorso, VERITAS dichiara che le scelte impiantistiche fatte molti anni fa, son state ampiamente avallate e autorizzate dalle autorità competenti (Regione, Provincia e Comuni) e che “…grazie a queste decisioni, nel nostro territorio non sono da tempo utilizzati inceneritori per il rifiuto residuo: a primavera 2014, in linea con i programmi condivisi e le scadenze previste, è stato chiuso il termovalorizzatore di Fusina (…)
Il piano industriale non prevede la costruzione di nuovi inceneritori o impianti ma solo azioni che migliorano e razionalizzano ancor di più il sistema di smaltimento dei rifiuti prodotti nel nostro territorio, contenendo le tariffe di smaltimento come continuamente richiesto da tutti i Comuni e dai cittadini"
;


7. VERITAS dichiara inoltre che: “il piano industriale - che per diventare operativo dovrà ora ottenere le previste autorizzazioni - contiene spunti interessanti che valorizzano l’autosufficienza del territorio e garantiscono l’ottimizzazione dei cicli produttivi ed energetici, senza incenerire i rifiuti, ma eventualmente anche utilizzando quantità residuali di CSS (50.000 tonnellate/anno, meno della metà dell’attuale produzione) per l’autoproduzione energetica e, più modernamente, il teleriscaldamento”;

considerato inoltre che


8. un termovalorizzatore è un impianto industriale di incenerimento, per combustione, di rifiuti (CSS - Combustibile Secco Secondario - è la nuova denominazione del vecchio CDR – Combustibile Derivato da Rifiuti) che vengono bruciati, anche con l'ausilio di gas metano, che serve ad innalzare la temperatura di combustione nel caso il CSS non abbia sufficienti caratteristiche di potere calorifico. Esso utilizza il calore prodotto per portare a vaporizzazione l'acqua necessaria ad azionare la turbina che trasforma poi l'energia termica in elettrica, oltre che recuperare parte del calore per alimentare impianti di teleriscaldamento;


9. i nuovi inceneritori, con recupero energetico, saranno anche meno inquinanti di quelli di qualche anno fa, ma è anche vero che la termovalorizzazione è il sistema di trattamento rifiuti che costa di più, circa 150 euro a tonnellata. In Italia l'elettricità prodotta dalla combustione di rifiuti riceve un generoso incentivo da parte del Gestore della Rete che, ogni anno, “regala” alle Multiutility proprietarie di questi impianti 390 milioni di euro (dati del 2012). Questo incentivo ammonta a 126 euro per ogni tonnellata di rifiuti "termovalorizzati", pertanto il costo vero della termovalorizzazione, a totale carico dell'utente, per ogni tonnellata di rifiuto trattato è di 276 euro, a fronte di 80 euro che è il costo medio del compostaggio di una tonnellata di scarto organico ben differenziato, trattamento che non riceve nessun incentivo, nonostante gli indubbi vantaggi ambientali ed economici di questa pratica;


10. il termine "termovalorizzatore" è in realtà inappropriato, oltre che fuorviante, per il semplice motivo che il rendimento della cosiddetta valorizzazione del rifiuto, e cioè la quantità energetica ricavabile dal processo di combustione dei rifiuti, è di molto inferiore al rendimento di qualsiasi centrale elettrica tradizionale, e perché l'intero processo di incenerimento (dalla raccolta allo smaltimento delle ceneri di scarto) consuma molta più energia di quanta ne occorrerebbe per valorizzare il rifiuto attraverso il riuso (raccolta differenziata, trattamento e riciclo);


11. pure il termine inceneritore potrebbe risultare "riduttivo", poiché in effetti gli inceneritori o termovalorizzatori producono anche energia, ma le caratteristiche peculiari di un inceneritore restano la combustione, con conseguente rilascio in atmosfera di inquinanti sottilissimi e dannosi alla salute (nanoparticelle - PM5 e PM2,5), e la produzione di ceneri di scarto. Si stima che per questo tipo di impianti le polveri fini emesse costituiscano il 4% del peso dei rifiuti in ingresso, mentre le ceneri prodotte rappresentano il 10% del volume e il 30% del peso del rifiuto bruciato. Ciò significa che comunque, al termine del processo di incenerimento, i rifiuti in entrata vengono eliminati solo per il 70%, creando quindi ulteriori problemi: quello del filtraggio dei fumi caldi, che attraversando un sistema multi-stadio di filtraggio vengono trattati e poi rilasciati in atmosfera a circa 140° C (ma attualmente non esistono sistemi efficaci di intercettazione delle PM2,5) e quello dello smaltimento delle ceneri in discariche per rifiuti speciali;


12. VERITAS dichiara nel proprio piano industriale di prevedere a regime l’utilizzo di quantità residuali di CSS di 50.000 t/anno (meno della metà dell’attuale produzione) per l’autoproduzione energetica e teleriscaldamento. Se ne deduce quindi che alla fine del processo di termovalorizzazione, da 50.000 t/anno di rifiuto secco indifferenziato, si potranno avere l’immissione in atmosfera di 2.000 t/anno di polveri sottili e la produzione di 15.000 t/anno di ceneri pesanti di cui, un territorio già fortemente compromesso ed inquinato come il nostro, può farne volentieri a meno.
Non va dimenticato infatti, oltre alla presenza di numerose discariche in attesa di bonifica già soggette a sanzione per effetto della procedura d’infrazione europea 2003/2077, il già grave inquinamento atmosferico, con puntuale sforamento ogni anno dei limiti di concentrazione giornaliera delle polveri sottili, motivo per cui l’Europa ha avviato a novembre 2014 un’altra procedura di infrazione a carico dell’Italia, per violazione degli articoli 13 e 23 della Direttiva 2008/50/EC per gli sforamenti di PM10;


13. alla luce dei dati sopra esposti, si può ben ritenere che questa sia la strategia sbagliata per la gestione dei rifiuti dell’area metropolitana di Venezia, non solo sotto il profilo ambientale, ma anche sotto il profilo economico. I quantitativi di CSS previsti nel piano industriale per l’autoproduzione energetica, 50.000 t/anno, appaiono infatti troppo ottimisticamente esigui per consentire un adeguato ritorno economico di un eventuale impianto di termovalorizzazione posto che, ad esempio, il progetto di STE-SG31 prevedeva il trattamento di circa 100.000 t/anno. E' possibile dunque che i costi derivanti da eventuali minori o insufficienti introiti, andrebbero inevitabilmente a ricadere sulle tasche degli utenti;


14. il Sindaco è responsabile, per legge, della salute pubblica cittadina. Ne consegue che, anche in qualità di azionista di maggioranza di VERITAS, egli debba prendere una netta posizione contro ogni nuova ipotesi di incenerimento e/o termovalorizzazione di rifiuti e simili. Deve decidere insomma se il futuro del territorio debba passare per enormi investimenti per strutture che, per funzionare, saranno sempre affamate di rifiuti da bruciare oppure per una forte e progressiva riduzione “a monte” della quantità di rifiuti prodotti e poi differenziazione, riuso e riciclo;


15. il consiglio comunale non è stato minimamente coinvolto finora nel Piano di razionalizzazione partecipazioni di VERITAS come pure nella possibile scelta aziendale di dotarsi di nuovi impianti di termovalorizzazione rifiuti. Sulla stampa locale, l'assessore all'Ambiente ha dichiarato addirittura di doversi informare in materia;


16. a causa delle proteste sollevate dal Sindaco di Mira, componente del Comitato di Bacino, sembra che il 29.09.2016 vi sarà un'ulteriore seduta del Comitato di Bacino Venezia Ambiente e, successivamente, del Comitato Coordinamento Soci di VERITAS (i Sindaci dei vari Comuni): in tali consessi sarà fondamentale la parola espressa dall’amministrazione comunale di Venezia;

tutto ciò premesso e considerato,
il Consiglio comunale di Venezia impegna il Signor Sindaco e la Giunta


• a esprimere, in ogni sede, una netta e chiara posizione contraria alla prospettiva di nuove  aperture e/o riaperture di impianti di termovalorizzazione o incenerimento di rifiuti, CSS o altra categoria equivalente, per l'evidente impatto ambientale e gli inesistenti benefici per la cittadinanza;


• a impartire conseguentemente nei confronti di VERITAS, società sottoposta a “controllo analogo” per l'affidamento comunale del servizio in house, una direttiva di non interesse per l'offerta ricevuta dall'ATI, quanto meno per la parte relativa allo sviluppo di impianti come quelli sopra indicati.

 

Sara Visman

Davide Scano
Elena La Rocca

 
  1. Sara Visman
  2. Archivio atti
 
Pubblicata il 21-09-2016 ore 17:55
Ultima modifica 21-09-2016 ore 17:55
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