nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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1755 | 63 | 29/11/2019 | Sara Visman Renzo Scarpa Ottavio Serena Felice Casson |
02/12/2019 |
Venezia, 29 novembre 2019
nr. ordine 1755
n p.g. 63
Al Sindaco
Alla Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: Mozione collegata al 3° punto dell’ODG del Consiglio Comunale del 27/11/2019 avente come oggetto “ Proposta di Ecoprogetto spa per la realizzazione di nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti “.
premesso che
- Il 29 marzo 2019 Ecoprogetto Venezia s.r.l., la società partecipata da Veritas, ASVO, Bioman, Agrilux e Savno che gestisce l’impianto di trattamento del rifiuto residuo di Fusina, ha presentato una istanza per il rilascio del provvedimento unico regionale relativamente al progetto di aggiornamento tecnologico del polo impiantistico di Fusina per la gestione dei rifiuti. Tale progetto è attualmente all’esame della Commissione regionale di Valutazione di Impatto Ambientale;
- Dalla documentazione tecnica depositata presso la Regione Veneto dalla società Ecoprogetto s.r.l. si evince che in sostanza il progetto prevede:
1. un aumento della capacità produttiva delle Linee 1 e 2 di lavorazione del Rifiuto Urbano Residuo (RUR) finalizzate alla produzione di CSS (combustibile solido secondario) che passerebbe dalle attuali 258.500 t/anno a 450.000 t/anno;
2. la possibilità di lavorare fino a 90.000 t/anno tal quale di fanghi provenienti dai depuratori civili del Veneto e 40.000 t/anno di percolati da discarica al fine di ottenere sostanza secca da bruciare nelle linee di combustione 1-2-3 di cui sotto. A questo proposito la stessa società Veritas spa ha ammesso la possibilità che parte di questi fanghi provengano dai depuratori che trattano le acque reflue contaminate da PFOA e PFAS;
3. La trasformazione dell’attuale centrale termica alimentata con biomassa legnosa da sottoprodotto in impianto di incenerimento. L’impianto di incenerimento è progettato su 3 linee per una potenza complessiva di 67,9 MW termici e per un funzionamento di 8016 ore/anno.
Per le linee 1 e 2 è stato richiesto di poter bruciare le seguenti quantità di rifiuti:
• fino a 150.000 t/anno di CSS
• fino a 150.000 t/anno di biomassa legnosa derivata da rifiuti urbani e speciali (codici CER 20021-200138-150103-191207-020103)
• fino a 30.000 t/anno di fanghi di depurazione civile essiccati
Per la Linea 3, finalizzata alla produzione di energia elettrica e termica per alimentare l’impianto di essiccamento dei fanghi, si richiede di poter bruciare:
• fino a 30.000 t/anno di CSS
• fino a 14.000 t/anno di fanghi/percolati essiccati
In definitiva l’impianto di incenerimento nel suo complesso avrebbe una capacità produttiva di 330.000 t/anno.
considerato che
- In relazione ai livelli attuali e futuri di produzione di RUR nell’ambito del bacino veneziano e dell’intera Regione non giustificano in alcun modo la necessità di un impianto di queste proporzioni. Nel solo bacino veneziano la produzione di RUR si attesta infatti a 160.000 t/anno con un trend in costante calo, la produzione di CSS si attesta intorno alle 60.000 t/anno, mentre la produzione di fanghi (tal quale) si attesta intorno alle 40.000 t/anno con una previsione di crescita fino a un massimo di 45.000 t/anno.
Di fatto questo eccessivo sovradimensionamento determinerebbe le condizioni per cui l’alimentazione delle linee di produzione di CSS e dell’inceneritore richiederebbe l’importazione di rifiuti da fuori bacino e da fuori Regione;
- I margini per la riduzione del RUR sono ancora molto ampi, ma è necessario investire in politiche concrete ed efficaci per la riduzione della produzione di rifiuto, per l’estensione e il miglioramento della raccolta differenziata, per lo sviluppo delle filiere di recupero di materia. L’ipotesi progettuale di Ecoprogetto srl richiede un investimento ingente pari a circa 97 milioni di euro, risorse che sarebbero sottratte proprio a queste politiche;
- la scelta di incenerire i rifiuti non rappresenta in alcun modo una soluzione al problema dello smaltimento ma piuttosto una sua amplificazione. Gli inceneritori infatti trasformano sostanze non pericolose o pericolose in sostanze altamente tossiche sotto forma di miliardi di particelle sottili e ultrasottili (polveri) disperse nell’ambiente, gas, acque inquinate, ceneri e scorie da inviare a discariche speciali. Gli impatti ambientali e i rischi sanitari causati dagli inceneritori, anche i più moderni, sono ormai comprovati da numerosi studi scientifici;
considerato inoltre che
- La realizzazione di un inceneritore di queste proporzioni sarebbe in contrasto con gli obiettivi delle normative di settore a livello regionale, nazionale e europeo. In particolare si rammenta che il Piano Regionale dei Rifiuti del Veneto prevede il raggiungimento del 76% di raccolta differenziata entro la fine del 2020 (nel 2017 secondo ARPAV è stato raggiunto il 68,5%).
Il pacchetto normativo europeo sull’economia circolare è ancora più stringente. Nello specifico la nuova Direttiva europea sui rifiuti (Direttiva 951/2018 che dovrà essere recepita a livello nazionale entro il 2020) punta molto sulla chiusura dei cicli attraverso il recupero di materia, ed esclude la possibilità che l’incenerimento dei rifiuti con o senza produzione di energia possa essere considerato come forma di recupero. In sostanza, in conseguenze di queste nuove norme, i rifiuti bruciati saranno equiparati a quelli smaltiti in discarica e dovranno essere esclusi dal conteggio ai fini della determinazione dei livelli di raccolta differenziata;
- l’incenerimento dei rifiuti non solo non è sostenibile ma è anche una pratica che contribuisce ad aumentare l’immissione di gas serra in atmosfera. Nel 2019 la concentrazione di CO2 in atmosfera ha superato la soglia record di 415 parti per milione. Gli effetti del surriscaldamento globale sono ormai evidenti a tutti e sembrano avanzare ad una velocità esponenziale. Secondo l’IPCC per rimanere entro il limite di +1.5 gradi di innalzamento della temperatura media terrestre è necessario abbattere le emissioni di gas climalteranti del 45 percento entro il 2030 e del 100 per cento entro il 2050. Questo significa che in questa prospettiva è necessario agire per uscire dalle combustioni e non solo dal fossile;
visto oltretutto che
Lo Studio di Impatto Ambientale presentato da Ecoprogetto srl risulta in molte sue parti ambiguo, lacunoso e inadeguato rispetto a quanto richiesto dalla normativa di settore e in particolare dal D.lgs 152/2006. In particolare dalla lettura della documentazione risulta particolarmente grave che:
- non è stato effettuato alcuno studio approfondito su quali siano gli impatti delle emissioni gassose e i rischi sanitari per la popolazione del territorio circostante, e anzi si sostiene che il quadro emissivo non varia rispetto alla configurazione già autorizzata e che il solo territorio interessato sarebbe quello del Comune di Venezia;
- non sono stati sufficientemente valutati gli impatti sulla matrice acqua e sul suolo (discariche speciali per ceneri e scorie);
- non è stata valutata la vulnerabilità dell’impianto in caso di incidente rilevante in impianti industriali limitrofi, né la vulnerabilità agli effetti del cambiamento climatico;
- non è stata valutato l’impatto sul clima;
- non sono stati calcolati gli effetti cumulativi con gli impatti generati da altri impianti e altre fonti di inquinamento presenti nel territorio;
- non è stata effettuata la Valutazione di Incidenza Ambientale per definire gli effetti sulle zone di interesse ambientale (siti SIC-ZPS);
considerato infine che
- il Comune di Venezia è socio di Veritas per il 51 per cento delle azioni ed è membro del Consiglio di Bacino Venezia Ambiente;
- l’art. 1 dello Statuto Comunale prevede che: ‘‘Il Comune di Venezia …(omissis). Tutela l’ambiente e le specie viventi; promuove lo sviluppo sostenibile”.
- Le linee programmatiche dell’amministrazione comunale in carica e il Documento Unico di Programmazione non contengono alcuna indicazione su quali siano le indicazioni strategiche e di pianificazione del sistema di gestione dei rifiuti a livello di bacino veneziano;
Tutto ciò premesso e considerato
il Consiglio Comunale impegna il Sindaco e la Giunta
1. a richiedere in modo risoluto e tempestivo a Veritas spa, Ecoprogetto srl e alla Regione del Veneto di bloccare immediatamente l’iter autorizzatorio in corso in merito al progetto di Aggiornamento tecnologico del polo impiantistico di Fusina per la gestione dei rifiuti e il suo successivo ritiro;
2. a richiedere l’apertura di un tavolo di confronto con i Comuni soci di Veritas spa sulle scelte strategiche e sugli investimenti da attuare nell’ambito della gestione dei rifiuti urbani a partire dagli obiettivi prioritari di riduzione dei rifiuti, aumento della raccolta differenziata, sviluppo di filiere che privilegiano il recupero di materia e minimizzano combustioni e inquinamento, adozione delle soluzioni meno impattanti per lo smaltimento della frazione residua;
3. ad aprire, sul medesimo tema, un confronto vero e partecipato con la popolazione e con le associazioni e i comitati ambientalisti;
Sara Visman
Renzo Scarpa
Ottavio Serena
Felice Casson
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