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Risposta - Interrogazione nr. d'ordine 813

da Assessore Giorgio D'Este

Venezia, 1 settembre 2017
n p.g. 415401
 

Al Consigliere comunale Sara Visman


e per conoscenza

Alla Presidente del Consiglio comunale
Al Presidente della II Commissione
Ai Capigruppo
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario

 

Oggetto: risposta all'interrogazione nr. d'ordine 813 (Nr. di protocollo 39) inviata il 01-07-2017 con oggetto: Emergenza sicurezza nella stazione di Mestre

 

In riferimento all'interrogazione in oggetto, si rappresenta quanto segue seguendo lo schema a punti proposto dall'interrogante.

 

Punto nr.1. "Se sia fondata la notizia che Mestre, e in particolare la zona della stazione, si trovi in emergenza per quanto riguarda lo spaccio di droga". Normalmente con il termine emergenza si indicano le "circostanze imprevedute"; a tal proposito non si può dire che lo spaccio davanti ad una delle stazioni  ferroviarie piu importanti del Paese, possa definirsi un fenomeno impreveduto. Problemi di spaccio e degrado sono presenti in tutte le grandi stazioni ferroviarie del Paese e nelle zone ad esse contigue. La zona è costantemente controllata da tutte le forze di polizia dello Stato e dalla polizia locale e non vi sono zone, di fronte alla stazione di Mestre, che siano impraticabili alla cittadinanza a causa di un rischio concreto per la l'incolumita fisica dei passanti. Anche sotto il profilo del degrado, il quale cagiona, seppure in misura variabile, un senso di insicurezza nella popolazione, sono state poste in essere molte azioni concrete dalla polizia locale e dall'amministrazione comunale: dalla chiusura a seguito di sanzionamento del Circolo africano di via Trento, alla chiusura anticipata alle ore 18.00 di ben quattro negozi etnici siti anch'essi in via Trento, alla rimozione della pedana fronte ristorante cinese di via Trento contiguo al circolo africano, alla rimozione dei cassonetti posti all'intersezione tra le via Trento e Monte San Michele. Da un punto di vista piu marcatamente repressivo, tipico delle azioni di polizia, il Corpo di Polizia Locale invia quotidianamente in zona proprie aliquote di personale specializzato: Nucleo di Polizia Giudiziaria in abiti civili, unità cinofile antidroga, unita antidegrado in uniforme.


Punta nr.2. "Di raccogliere informazioni presso gli enti competenti e relazionare circa i casi di overdose che si sono verificati e se risulta veritiero cite esso sono aumentati rispetto al recente passato ". l dati sulle overdose non sono conosciuti nel dettaglio al Corpo di Polizia Locale ma non risultano in atto emergenze legate a questo particolare aspetto.


Punto nr.3. "Se, dopo l'emanazione de/la legge 18 aprile 2017 nr.48, nelle aree urbane critiche come, ad esempio, la stazione di Mestre, sia stato utilizzato tale strumento e con quail risultati ". La definizione delle aree esogene rispetto a quelle adibite a trasporto pubblico sono in corso di concertazione con la Prefettura e le forze di polizia dello Stato.


Punto nr.4. "Se si ritenga che la decisione del questore di chiudere ii Commissariato di polizia a Marghera, se pur con l'intenzione di aumentare le pattuglie in circolazione, non metta in difficolta la gestione della sicurezza, in quanta di perderebbe un presidia fisso sul territorio ". La decisione del Questore, inserita nell'ambito di una pianificazione ministeriale di razionalizzazione delle risorse umane e infrastrutturali è assolutamente da condividere. Avere una infrastruttura di polizia sul territorio, sia essa un commissariato di zona o una sezione della polizia locale, non garantisce in alcun modo un maggior presidio del territorio, anzi, immobilizza risorse umane dentro gli uffici a scapito di quelle impiegabili su strada. Bene ha fatto ii Questore ad andare in questa direzione. Su scala diversa, la decisione del Questore è del tutto analoga a quella adottata dalle passate amministrazione comunali con la chiusura della sezione di polizia locale di carpenedo -bissuola. Si trattava di una infrastruttura di polizia inserita nel bel mezzo di una area su cui esistono, da oltre vent'anni, importanti fenomeni di spaccio e consumo di sostanze stupefacenti. In vent'anni detta struttura non ha colto in flagranza nessun spacciatore. Le squadre specializzate inviate sul territorio di carpenedo - bissuola con cadenza pressochè quotidiana, hanno invece effettuato una attivita di contrasto vera ed efficace allo spaccio di sostanze stupefacenti con ripetuti sequestri di sostanze, arresti ed attività investigativa.


Punto nr.5. "Se esista un documento o un protocollo d'intesa riguardo a quali tipi di interventi possono essere inoltrati alla Polizia locale di Venezia dalle centrali 112 e 113 ". Non esiste nessun protocollo specifico sul punto e sarebbe difficile e forse impossibile realizzare un protocollo di dettaglio con effetti obbligatori. Infatti, le regole procedurali in caso di riferita commissione di un reato, seguono le rigide impostazioni dettate dal codice di procedura penale e dal collegato regolamento. Entrambi i testi legislativi non prevedono la possibilita di trasferimento/delega delle attivita ex art.55 c.p.p. Solo invincibili situazioni di natura operativa, ad es. l'assenza di pattuglie disponibili della forza di polizia che ha ricevuto la notitia criminis, autorizza il trasferimento dell'intervento, con effetti sostanzialmente obbligatori, alla forza di polizia in grado di intervenire. Polizia di Stato ed Arma dei carabinieri hanno comunque un protocollo di natura territoriale sugli interventi 112 / 113 che vale sino a disponibilità delle pattuglie. La polizia locale non è inserita nella predetta pianificazione territoriale.


Punto nr.6. "Se si abbia intenzione di sopperire a carenze di organico di altre forze di polizia utilizzando in ambiti critici, come la stazione di Mestre, le forze di polizia municipale ". La risposta e assolutamente negativa. La polizia locale è presente in ambiti critici per assolvere ai propri doveri di istituto e per garantire il piu possibile adeguati livelli di sicurezza urbana ai cittadini.


Concludendo sulla questione "crack", citata solo in oggetto, si rappresenta che in provincia si ha traccia di circa una sessantina di consumatori, mentre i sequestri di tale sostanza sono assolutamente rari. Sono invece in aumento i rinvenimenti di pipe artigianali per l'assunzione del crack.

 

 

 

Giorgio D'Este

 
 
A cura della segreteria dell'Assessorato
Pubblicazione: 01-09-2017 ore 12:33
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