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Partito Democratico - Mozione nr. d'ordine 867

Logo Partito Democratico Monica Sambo
nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente data protocollo
867 81 10/10/2017 Monica Sambo
 
Andrea Ferrazzi
Bruno Lazzaro
Nicola Pellicani
Rocco Fiano
Giovanni Pelizzato
16/10/2017

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
esito01-12-2017Leggi

 

Venezia, 10 ottobre 2017
nr. ordine 867
n p.g. 81
 

Al Sindaco
Alla Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario


 

Oggetto: Sostegno ai medici di medicina generale, per la piena attivazione del piano socio sanitario e per una migliore sanità territoriale

 

Premesso che

-da diversi giorni i medici di famiglia del Veneto stanno attuando iniziative di protesta nei confronti della Regione al fine di richiamare l’attenzione dei cittadini, delle associazioni dei malati, dei gestori delle case di riposo, dei sindaci e delle forze politiche in merito alle pesanti criticità inerenti le cure territoriali previste nel Piano socio-sanitario regionale 2012-2016 (PSSR), approvato con la legge regionale n. 23 del 2012 “Norme in materia di programmazione socio-sanitaria e approvazione del Piano socio-sanitario regionale 2012-2016”, ma rimaste, al momento, totalmente inevase;

- al momento tali forme di protesta si sono limitate alla mancata trasmissione informatica delle ricette dal medico all’azienda sanitaria, ma in previsione – specie per il mese di novembre – i medici di medicina generale hanno annunciato una possibile riduzione degli orari di apertura degli ambulatori;

- in particolare, i medici di Medicina Generale (MMG) evidenziano come il suddetto Piano sia stato disatteso in molti aspetti fondamentali:

a) il consolidamento dell’offerta territoriale previsto entro il 2016 con l’attivazione di nuovi ospedali di comunità, di Unità riabilitative territoriali (Urt) e di hospice, il potenziamento dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e il rafforzamento organizzativo della medicina di base sarebbero in una fase di sostanziale stallo;

b) a fronte della riduzione di n. 1.219 posti letto ospedalieri, la DGR n. 2122 del 19 novembre 2013 “Adeguamento delle schede di dotazione ospedaliera delle strutture pubbliche e private accreditate, di cui alla l.r. 39/1993, e definizione delle schede di dotazione territoriale delle unità organizzative dei servizi e delle strutture di ricovero intermedie. PSSR 2012-2016” prevede una dotazione di 1.263 nuovi posti letto negli ospedali di comunità e negli hospices che, ad oggi, non risultano ancora attivati, mentre in alcune aziende Ulss i posti letto previsti sarebbero stati addirittura ridotti;

c) con la DGR n. 433 del 6 aprile 2017 “Ospedale di Comunità e Unità Riabilitativa Territoriale: modifica del profilo assistenziale ed economico delle prestazioni mediche, e definizione dei criteri volti al superamento della sospensione del rilascio di nuovi accreditamenti disposta con DGR n. 2174 del 23 dicembre 2016”, la Giunta regionale avrebbe stravolto quanto previsto dal PSSR, riportando i posti letto dentro gli ospedali, come le lungodegenze di un tempo, senza tuttavia prevederne le dotazioni, mettendo con ciò in difficolta i Centri Servizi che si erano già dotati di strutture ed erano pronti ad operare. Di fatto tale decisione priva le famiglie che curano i malati a domicilio di un sostegno molto importante, in caso di necessità;

d) non sono stati attivati gli hospice per le cure terminali: attualmente le case di riposo devono sostenere cure a malati gravi e terminali con dotazioni inadeguate essendo inoltre penalizzate dal 2009 dal blocco dell’aumento del numero delle impegnative e del loro valore. Di conseguenza sempre più spesso i malati con gravi patologie in dimissione dagli ospedali devono essere ospitati nelle case di riposo fuori convenzione, a totale carico delle famiglie, con costi che possono arrivare anche a 3.000 euro al mese;

e) le abitazioni private sono diventate il più grande ospedale per anziani fragili e malati con patologie complesse, disabili, bisognosi di assistenza giorno e notte. Infatti, sono almeno 40.000 i posti letto in Veneto nascosti nel pudore degli appartamenti: il 18 per cento dei malati sono allettati cronici, il 13 per cento hanno piaghe da decubito, il 16 per cento soffrono di demenza; la loro assistenza grava quasi totalmente sulle famiglie coadiuvate dal fondamentale aiuto delle badanti;

f) non sarebbero stati attivati i nuclei di cure palliative o, se attivati, risulterebbero inadeguati. I servizi infermieristici sono limitati a poche ore al giorno, con conseguenti pesanti carichi familiari nelle ore notturne e nei giorni festivi. In diverse aziende ULSS l’assistenza infermieristica è appaltata, con bandi al ribasso, a cooperative sociali che erogano prestazioni a cottimo con personale straniero che ha notevoli difficoltà di comunicazione con i malati e i familiari;

g) per quanto riguarda l’appropriatezza e la spesa per la farmaceutica territoriale, la Giunta regionale non sembrerebbe controllare la spesa per i farmaci ad alto costo e intenderebbe proporre ai direttori generali delle aziende ULSS e ai medici di Medicina Generale di ridurre ulteriormente la spesa pro capite dei farmaci del Servizio Sanitario Nazionale (da 114 euro a 110), con il rischio di compromettere, in molti casi, la qualità delle cure;

considerato che

- i medici di famiglia denunciano, inoltre, di essere “soffocati da oneri burocratici e informatici”. In media ogni anno un medico di Medicina Generale esegue circa 8.900 visite ambulatoriali e 306 visite domiciliari. I 3.161 medici di Medicina Generale del Veneto svolgono in un anno circa 28.400.000 visite ambulatoriali e circa 967.000 visite domiciliari. Tuttavia gli studi dei medici di famiglia in Italia, rispetto a quelli dei loro colleghi europei, risultano essere tra i più sguarniti di personale di supporto e di attrezzature diagnostiche;

- la legge n. 189/2012 “Balduzzi” prevede di potenziare l’organizzazione degli studi dei medici di famiglia per garantirne l’accesso dodici ore al giorno con un adeguato supporto di personale infermieristico e di segreteria. La Giunta regionale con la DGR n. 751/2015 “Attuazione della Legge regionale 29 giugno 2012, n. 23 “Norme in materia di programmazione socio sanitaria e approvazione del Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2016” e s.m.i. Sviluppo delle Cure Primarie attraverso la diffusione del modello di Medicina di Gruppo Integrata, in attuazione della DGR n. 953/2013. Definizione del contratto di esercizio tipo per le Medicine di Gruppo Integrate” ha previsto le Medicine di Gruppo Integrate (MGI). Dal 2015 ad oggi, su 87 MGI approvate, ne sono state attivate dalle aziende ULSS solo 55, che servono il 12 per cento della popolazione veneta. Inoltre, a fronte della disponibilità dei medici di Medicina Generale a individuare le necessarie sedi e ad organizzarle, dal febbraio 2017 la Regione avrebbe bloccato tutte le nuove proposte di attivazione;

- gli studi dei medici di Medicina Generale sono considerati dalla normativa vigente come dei “presidi del Servizio Sanitario Nazionale” ma, secondo il parere dei rappresentanti di categoria, alcune circolari della direzione regionale dell’area Sanità e Sociale tenderebbero a togliere ai medici di Medicina Generale l’autonomia nell’organizzazione degli stessi, imponendo alle aziende ULSS un sistema di gare d’appalto a continuo ribasso per il reclutamento del personale infermieristico e di segreteria;

rilevato che

- in questi giorni tutte le organizzazioni sindacali venete dei medici di famiglia (FIMMG, SMI, SNAMI, INTESA SINDACALE) hanno concordato sulla necessità di dire “basta” e di intervenire prima che sia troppo tardi per invertire la suddetta situazione che rischia di affossare gli interventi previsti dal Piano socio-sanitario regionale;

- i medici di famiglia del Veneto auspicano che si realizzi l’obiettivo più importante della loro protesta che è quello di sviluppare una nuova cultura della salute fatta non solo di alta tecnologia ma anche di alta intensità umana, di cure di prossimità, di presa in carico globale della persona nella sua famiglia e nel suo ambiente di vita, integrando la dimensione sociale con quella sanitaria;

tutto ciò premesso, il Consiglio Comunale di Venezia impegna il Sindaco e la Giunta

- a sostenere l’iniziativa dei medici di medicina generale, volta al miglioramento del servizio sanitario reso ai cittadini;

- dà mandato al Presidente del Consiglio Comunale di comunicare alla Regione Veneto ed alle associazioni di rappresentanza dei medici di medicina generale tale sostegno attraverso la trasmissione di questo Ordine del Giorno;

 

Monica Sambo

Andrea Ferrazzi
Bruno Lazzaro
Nicola Pellicani
Rocco Fiano
Giovanni Pelizzato

 
 
Pubblicata il 10-10-2017 ore 15:55
Ultima modifica 10-10-2017 ore 15:55
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