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Gruppo Misto - Interpellanza nr. d'ordine 681

Logo Gruppo Misto Renzo Scarpa
nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente assessore competente data protocollo data scadenza tipo risposta
681 51 27/03/2017 Renzo Scarpa
 
Ottavio Serena
Assessore
Massimiliano De Martin
 
e p. c.
Alla Presidente della V Commissione
27/03/2017 26/04/2017 in Commissione

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
verbale seduta commissione consiliare30-10-2018Leggi

 

Venezia, 27 marzo 2017
nr. ordine 681
n p.g. 51
 

All'Assessore Massimiliano De Martin


e per conoscenza

Alla Presidente della V Commissione
Alla Segreteria della Commissione consiliare V Commissione
Alla Presidente del Consiglio comunale
Al Sindaco
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo consiliari
Al Vicesegretario Vicario

 

Oggetto: Raccolta materiale plastico residuo da attività di pesca.

Tipo di risposta richiesta: in Commissione

 

PREMESSO CHE:

- I Servizi di igiene urbana sono da considerare ad ogni effetto tra i servizi pubblici e, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 178 comma I del Decreto Legislativo 152 2006 e s.m.i.i., costituiscono attività di pubblico interesse finalizzata ad assicurare un’elevata protezione dell’ambiente e dell’ecosistema;
- la prevenzione, il recupero ed il riciclaggio diventano le operazioni primarie su cui improntare le modalità del servizio che si esplica attraverso il conferimento per specifiche tipologie di rifiuti nei contenitori stradali in abbinamento alla possibilità di conferire materiali in modo differenziato in appositi centri di raccolta.


PRESO ATTO CHE:

- nel sito internet de l’ISPRA, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale si può leggere che negli ultimi decenni il mare è diventato la più grande discarica di rifiuti prodotti dall’uomo: liquami, spazzatura, rifiuti ingombranti e interi arsenali bellici sono stati gettati in mare pensando che la sua grandezza fosse capace di accogliere, diluire, riciclare e rendere inerte ogni cosa. L’evidente abbaglio di tale convinzione è ormai chiaro alle popolazioni e ai governi che stanno cercando di limitare la produzione di rifiuti marini con normative ad hoc;
- i materiali che più comunemente compongono i rifiuti marini sono plastica, gomma, carta, metallo, legno, vetro e stoffa, e possono galleggiare sulla superficie del mare, essere trasportati sulle spiagge oppure giacere sui fondali. Circa il 70% dei rifiuti solidi riversati in mare affonda, sparendo alla vista, mentre solo il 15% rimane in superficie. Plastica e gomma sintetica sono i materiali più persistenti e nel tempo tendono a frammentarsi in parti più piccole a seguito dell’azione fisica del mare (onde, correnti, maree) a dell’abrasione conseguente al contatto col fondale e la battigia. Il processo di frammentazione produce particelle dette microplastiche, che hanno dimensioni simili al plancton e possono quindi essere ingerite dagli organismi marini con effetti tossici non ancora del tutto chiari ma che si propagano lungo la rete trofica fino all’uomo;
- anche le attività di pesca commerciale, la mitilicoltura e la piscicoltura contribuiscono alla produzione di rifiuti marini solidi quando gli attrezzi da pesca (lenze, reti, nasse, ecc.) vengono accidentalmente persi o volontariamente smaltiti in mare;
- secondo un rapporto realizzato congiuntamente dalla FAO e da UNEP si stima che le reti dismesse abbandonate alla deriva negli oceani siano circa 640.000 tonnellate. Si tratta di reti che rimangono nell’ecosistema marino per centinaia di anni, e che sono responsabili della cattura accidentale di delfini e altri animali marini quali tartarughe e uccelli, che rimangono intrappolati e ne diventano vittime.

CONSIDERATO CHE:

- esiste una strategia comune per l’Adriatico: il progetto DeFishGear (Derelict Fishing Gear management system in the Adriatic Region / sistema di gestione delle attrezzature dismesse della pesca nella regione Adriatica). Il progetto internazionale di cooperazione transfrontaliera finanziato nell’ambito del programma europeo IPA Adriatico, che cerca di unire unisce le forze di Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Montenegro e Slovenia per affrontare i vari aspetti legati alla presenza dei rifiuti solidi in Mar Adriatico con i seguenti obiettivi:
• raccogliere dati sulla marine litter (sia essa in galleggiamento in mare aperto, presente sul fondo o accumulata sulle spiagge) per valutare sorgenti, distribuzione, quantità e tipologia;
• studiare presenza, tipologia, quantità ed effetti tossicologici delle microplastiche presenti sia nella colonna d’acqua che negli organismi marini;
• informare e sensibilizzare tutte le parti coinvolte nel problema (pescatori, autorità, popolazione, etc.) per prevenire la produzione di rifiuti marini;
• realizzare azioni pratiche per ridurre i rifiuti marini, in particolare tramite l’attività nota come fishing-for-litter (I rifiuti solidi raccolti accidentalmente dai pescatori durante le normali attività di pesca vengono raccolti in appositi contenitori (ad es. un bidone o una big bag), posti a bordo delle imbarcazioni che aderiscono all’iniziativa fishing-for-litter, ed i rifiuti conferiti a terra in apposite strutture senza alcun onere economico per il pescatore. Questa pratica è già operativa con successo dal 2005 in diverse marinerie, soprattutto del nord Europa: Scozia, Olanda, Belgio, Germania. Uno dei problemi per cui questo sistema non è diffuso in Italia è la mancanza di adeguati punti di conferimento nei porti e nelle aree dove ormeggiano i pescherecci, nonché una carenza nei processi di raccolta e smaltimento o riciclo.);


CONSIDERATO INOLTRE CHE:

- le reti recuperate sono ancora troppo spesso inviate alle discariche o semplicemente bruciate mentre esse possono essere rigenerate in filo ECONYL®, materia prima utilizzata per ricreare una infinità di prodotti nuovi come tappeti e capi d’abbigliamento, costumi da bagno, calze, scarpe, occhiali da sole di design, skateboard cento per cento riciclati.
- Tutto ciò premesso, alla luce della mancata organizzazione del servizio di raccolta di questi materiali presso le zone di normale frequentazione delle imbarcazioni da pesca appartenenti alla flotta della Città di Venezia.


SI INTERPELLA L’ASSESSORE ALLE AZIENDE PARTECIPATE PER:

- conoscere se esistono motivazioni che hanno impedito fino ad oggi l'organizzazione di un servizio così importante per l'ambiente marino e per le imprese della Città di Venezia;
- sapere se l'Amministrazione Comunale abbia l’intenzione di aderire alle finalità del progetto DeFishGear a tutela del mare Adriatico e della nostra Laguna;
- sapere se vi è l'intenzione di organizzare in modo definito e al più presto il servizio di raccolta e conferimento dei materiali di risulta dell'attività di pesca, partendo dal presupposto che la sede delle imprese di pesca sono concentrate nelle isole (soprattutto Burano, Giudecca, San Pietro in Volta e Pellestrina);
- sapere se vi è la possibilità di predisporre nell’immediato un servizio gratuito di raccolta a chiamata dandone opportuna informazione alle imprese di pesca ed alle loro organizzazioni.

 

Renzo Scarpa

Ottavio Serena

 
  1. Renzo Scarpa
  2. Archivio atti
 
Pubblicata il 27-03-2017 ore 10:42
Ultima modifica 27-03-2017 ore 10:42
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