Gruppo Misto - Interpellanza nr. d'ordine 680

Venezia, 27 marzo 2017
nr. ordine 680
n p.g. 50
 

All'Assessore Massimiliano De Martin


e per conoscenza

Alla Presidente della V Commissione
Alla Segreteria della Commissione consiliare V Commissione
Alla Presidente del Consiglio comunale
Al Sindaco
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo consiliari
Al Vicesegretario Vicario

Oggetto: Barche abbandonate in laguna e nei canali interni.

Tipo di risposta richiesta: in Commissione

PREMESSO CHE:

- Una delle pessime “abitudini” dei popoli marinari è sempre stata quella dell’abbandono o affondamento in mare e/o in laguna delle imbarcazioni non più idonee a navigare. Fino a quando si è trattato di smaltimento di imbarcazioni di legno sprovviste di apparati motore e non trattate con materiali plastici o sostanze particolarmente inquinanti, questa deplorevole pratica ha comportato un impatto ambientale relativamente compatibile. Purtroppo, essa è diventata ad alto impatto ambientale con l’avvento delle imbarcazioni in cosiddetta “plastica”, per lo più vetroresina, i cui relitti permangono nell’ambiente per tempi lunghissimi contribuendo alla produzione di microplastiche, la cui tossicità viene esponenzialmente incrementata da assorbimento e bioaccumulo di sostanze inquinanti. Gli inquinanti organici persistenti, che più frequentemente vengono assorbiti sono ad esempio gli ftalati, i PCB, le organoclorine e i metalli pesanti (Ashton et al., 2010; Seltenrich, 2015). Questo processo fa sì che una piccola superficie quale quella di una microparticella possa concentrare grandi quantitativi di inquinanti, favorendone la dispersione in mare e diventano una vera e propria “bomba a orologeria” nella considerazione che in Italia si consumano, infatti, circa 25 chili di pesce per persona all’anno e gli effetti sulla salute umana sono facilmente intuibili (Coldiretti - Impresa Pesca, 2015);


- la vetroresina è un tipo di plastica, in forma di tessuti o TNT impregnate con resine termoindurenti, e rinforzate con fibre di vetro. Si tratta di un materiale leggero, resistente e non richiede una manutenzione specifica con il quale si è costruito quasi il 90% delle 103.493 unità da diporto immatricolate in Italia fino 2012 (fonte ICOMIA) e le circa 504.000 barche unità non immatricolate come i natanti;


- recenti stime portano a calcolare che le unità abbandonate o obsolete e non più efficienti ad oggi sono circa 30.000 di cui molte abbandonate nei siti ambientali più disparati e di pregio e/o affondate in mare per un peso complessivo di 41.100 tonnellate di vetroresina che sarebbe necessario recuperare e smaltire correttamente o, possibilmente, riciclare;


- solo di recente si è arrivati alla certezza che è possibile trasformare questa mole enorme di rifiuti in una prospettiva concreta di lavoro e di ricchezza, senza penalizzare l’ambiente. Si tratta di un processo esclusivamente meccanico in quanto non inquinante, gli scarti vengono prima ridotti a un macinato fine e poi usati per creare nuovi prodotti - come pannelli o piatti doccia -, nuovamente riciclabili.

CONSIDERATO CHE:


- la pratica dell’abbandono, dell’affondamento e/o dell’auto smaltimento di scafi in “plastica” è praticata anche nella Laguna di Venezia, sito di grande pregio ambientale, e che questo comporta i costi pesantissimi per l’ambiente e per tutti gli esseri viventi sopra elencati, rischi che meglio possono essere compresi con una semplice ricerca internet come ad esempio agli indirizzi:



http://marevivo.it/files/160505/microplastiche_doc_gruppo_ardizzone_def.pdf
https://www.unive.it/pag/14024/?tx_news_pi1[news]=1520&tx_news_pi1[controller]=News&tx_news_pi1[action]=detail&cHash=96218db7d99f469ad747b71a38eeb932


- alcuni gruppi social discutono del problema e pubblicano foto, documenti e posizioni di alcuni relitti specificandone il posizionamento all’interno della Laguna, come ad esempio il gruppo Facebook Diportisti Laguna Veneta;


- seppur la competenza dell’ambito Lagunare faccia capo al Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche di Veneto Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia (ex Magistrato alle acque) il problema della vetroresina da smaltire non è dello Stato ma di tutti noi (non possiamo starcene a guardare aspettando semplicemente che qualcuno faccia qualcosa);


- l’Unione Europea all’interno della Direttiva 2008/98/CE ha regolamentato chiaramente le attività da effettuare per un corretto smaltimento della vetroresina e, nel particolare caso delle imbarcazioni, ha imposto che i costi dello smaltimento siano a carico dei cantieri costruttori. Questo perché gli stessi cantieri hanno, al loro interno, decine di stampi in vetroresina che necessitano dello stesso processo di smaltimento.

TUTTO CIÒ PREMESSO, SI INTERPELLA IL SINDACO DI VENEZIA PER SAPERE SE:

- sia informato di quanto esposto nel testo della presente interpellanza;
- ritenga il problema meritevole di attenzione da parte del Comune di Venezia e delle Aziende partecipate, tanto da proporre azioni specifiche e mirate per affrontarlo e ridurne l’impatto;
- ritenga di attivarsi per coinvolgere nella questione il Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche di Veneto Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia;
- ritenga di stabilire un rapporto collaborativo con le Associazioni e/o Gruppi Social che si occupano di questi temi al fine di localizzare i relitti e rimuoverli.

Allegati: foto e posizioni

Allegati
 
BARCA (pdf - 321 kb)
PATANELLA (pdf - 270 kb)
SEGNAPOSTO (pdf - 42 kb)

Renzo Scarpa

Ottavio Serena

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