nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | assessore competente | data protocollo | data scadenza | tipo risposta |
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1439 | 40 | 27/02/2019 | Silvana Tosi |
Vicesindaco Luciana Colle e p. c. Al Presidente della VII Commissione |
28/02/2019 | 30/03/2019 | in Commissione |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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verbale seduta commissione consiliare | 19-02-2020 | Leggi |
Venezia, 27 febbraio 2019
nr. ordine 1439
n p.g. 40
Alla Vicesindaco Luciana Colle
e per conoscenza
Al Presidente della VII Commissione
Alla Segreteria della Commissione consiliare VII Commissione
Alla Presidente del Consiglio comunale
Al Sindaco
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo Consiliari
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: Emergenza abitativa. Risposta urgente in Commissione.
Tipo di risposta richiesta: in Commissione
Premesso che:
- dalle precedenti Amministrazioni abbiamo ereditato una grave situazione per quanto riguarda il degrado e l’abbandono di case pubbliche che, se messe a norma, avrebbero potuto risolvere situazioni di emergenza e di sfratto esecutivo e restituire alla Città storica un grande numero di residenti. Sono centinaia gli immobili pubblici vuoti, sia a Venezia che in Terraferma, a fronte di altrettante richieste da parte dei nostri cittadini.
Visto che:
- l’ultimo bando relativo all’Edilizia Residenziale Pubblica risale al 2010, è necessario proporre politiche di residenzialità pubblica che rispondano alle esigenze attuali, poiché i bandi di autorestauro, così come sono stati indetti nel passato, NON hanno prodotto alcun risultato rispetto alle aspettative attese.
Al mercato dell’affitto privato accedono famiglie meno abbienti che, spesso a causa della pesante situazione finanziaria e lavorativa in cui versano, purtroppo non riescono a sostenere il pagamento del canone di locazione di immobili privati, dinanzi a una modesta offerta pubblica di edilizia popolare.
L’Amministrazione ha il dovere di assicurare, in ogni modo, IL DIRITTO ALL’ABITAZIONE.
Ritenuto che:
- il regime Social Housing, scelto per lo più dall’attuale Amministrazione, trova la sua collocazione a metà tra l’edilizia popolare e le proprietà private, rivolgendosi a famiglie o a coppie di ceto medio, che non possono, da un lato, permettersi un alloggio a prezzo di mercato e, dall’altro, sono impossibilitate ad accedere all’edilizia popolare avendo un reddito troppo alto.
- Per Edilizia Residenziale Pubblica, invece, si intende quella realizzata direttamente o indirettamente dallo Stato per la creazione, a costi ridotti, di abitazioni da assegnare a condizioni economiche particolarmente favorevoli a cittadini con reddito basso o in condizioni economiche disagiate.
- Gli Assessori competenti hanno il dovere di risolvere e di fornire risposte adeguate a tutti i residenti, anche ai meno abbienti, poiché non dobbiamo spingere i nostri cittadini all’OCCUPAZIONE ABUSIVA, quest’ultima NON DEVE DIVENTARE UNO STRUMENTO PER RISOLVERE L’EMERGENZA ABITATIVA.
Constatato che:
- numerose famiglie che hanno raggiunto la soglia della disperazione si rivolgono sempre più spesso agli organi di stampa, poiché si sentono abbandonate e senza alcuna risposta ai propri bisogni.
Prova ne è quanto occorso la scorsa settimana ad una famiglia, di origini marocchine, con cittadinanza italiana, composta da due minori, che dopo aver subito uno sfratto esecutivo ha raccontato pubblicamente il proprio dolore, dal momento che i funzionari preposti non hanno fornito soluzioni adeguate a tale nucleo familiare e tanto meno sostegno morale e psicologico.
In presenza di emergenze abitative, in cui sono coinvolti anche dei minori, l’Amministrazione ha il dovere di non abbandonare i nostri cittadini (v. allegato).
Si interrogano il Sindaco e gli Assessori competenti per sapere:
1) quante emergenze abitative, costituite sia da soggetti italiani, sia da soggetti stranieri, sono state risolte nel 2018, quante in questi primi due mesi dell’anno 2019 e quali soluzioni sono state messe in campo;
2) perché l’Amministrazione continui, tramite gli operatori delle politiche abitative, a proporre a coloro che subiscono uno sfratto, anche per morosità incolpevole, l’anticipazione del canone di affitto, equivalente a circa 2.000,00 euro ed un incerto aiuto mensile, per un alloggio privato, che le famiglie dovrebbero procurarsi, essendo la stessa consapevole che ciò non sarà utile al fine di trovare una risoluzione alla problematica;
3) perché non intervenire prima della data dello sgombero forzato, prevenendo stati ansiogeni e angosciosi alle persone che stanno per subire lo sfratto;
4) quando verrà indetto il prossimo bando E.R.P. e quale tempistica si preveda;
5) il motivo per cui le giornate e gli orari per prendere appuntamento telefonico con l’Agenzia per la Coesione Sociale siano ridotti ad una volta alla settimana nelle varie aree territoriali, in quanto è emerso che le esigenze non vengono completamente soddisfatte.
E’ encomiabile l’istituzione dello Sportello di Accesso Unico per le Prestazioni Sociali e Abitative, il suddetto servizio però deve essere incrementato almeno un paio di volte a settimana per zona, in orario mattutino e pomeridiano.
Allegati
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Silvana Tosi
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