nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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733 | 39 | 05/05/2017 | Felice Casson Francesca Faccini Rocco Fiano Giovanni Pelizzato |
05/05/2017 |
Venezia, 5 maggio 2017
nr. ordine 733
n p.g. 39
Al Sindaco
Alla Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: Concessione di spazi comunali ad associazioni, organizzazioni di matrice razzista, xenofoba e neofascista
IL CONSIGLIO COMUNALE DI VENEZIA
Premesso che
A distanza di 72 anni dalla Liberazione dal nazifascismo si assiste al preoccupante diffondersi di movimenti neofascisti, xenofobi e razzisti.
Il rifiuto dello straniero, la chiusura delle frontiere mentali prima ancora che geografiche, sono il segno di questi gravissimi fenomeni, alimentati in ciò anche dalle risposte populiste che la crisi economica e la situazione di difficoltà generale ha generato.
In questi tempi tumultuosi, il fascismo (quello in camicia nera) può forse apparire lontano nel tempo. Però, la verità è altra e più complessa. Non solo il fascismo non è morto, se non altro perché bisognava averci fatto i conti fino in fondo per poterlo dichiarare estinto, ma anche perché di fascisti, nel pensiero e nell’azione, ce ne sono ancora. E non sono rari.
Ora, ci sono i fascisti “del terzo millennio”, fascisti che non si dichiarano tali, ma in realtà lo sono, anche se camuffati da associazioni culturali e sociali. Il fascismo è quello che, sotto il profilo dell’autoritarismo e del populismo razzista, si profila in mille forme.
Si registra ora il reiterarsi di manifestazioni e iniziative di questo tipo, in aperta contrapposizione ai principi della nostra Costituzione. E quando qualcuno si oppone a queste manifestazioni, spesso viene risposto con l’affermazione che “non ci sono leggi”. E ciò è certamente falso, perché sono vigenti almeno due leggi (la legge 20 giugno 1952, n° 645, nota come Legge “Scelba” e la legge 25 giugno 1993, n° 205 nota come legge “Mancino”), che sono tuttora in vigore ed applicate dalla stessa Corte Suprema di Cassazione.
Esse rappresentano un punto fermo, dal quale non si può prescindere e che dovrebbero comportare una limitazione nella concessione di spazi pubblici ad associazioni ed organismi che direttamente abbiano manifestato in occasioni pubbliche ideologie razziste, xenofobe, antisemite, omofobe ed antidemocratiche o espressioni di odio e di intolleranza religiosa, o che si ispirano ai disvalori del fascismo o del nazismo, o che contestano i valori della Resistenza.
Tutto ciò premesso,
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
ad istituire meccanismi di intervento che consentano di negare il rilascio dell’autorizzazione di concessione di occupazione temporanea degli spazi pubblici, per conferenze, incontri e simili, alle organizzazioni ed associazioni che direttamente si richiamano all’ideologia, ai linguaggi e rituali fascisti, alla sua simbologia, e alla discriminazione razziale, etnica, religiosa o sessuale verificati a livello statutario (ove lo Statuto sia presente) o che sono state oggetto di sentenza passata in giudicato che ne abbia riconosciuto la natura fascista o razzista. A questo proposito, venga previsto a livello statutario e regolamentare che tale concessione sia rilasciata solo previa sottoscrizione di una dichiarazione di rispetto e condivisione nei confronti dei principi della Costituzione, con particolare riferimento alla XII disposizione transitoria e finale, secondo cui “è vietata la riorganizzazione sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista”, e il rispetto della legge 20 giugno 1952, n° 645, nota come Legge “Scelba” e della legge 25 giugno 1993, n° 205 nota come legge “Mancino”.
Felice Casson
Francesca Faccini
Rocco Fiano
Giovanni Pelizzato
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