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Ordine del giorno nr. d'ordine odg_220

Seduta del 21-05-2020

nr. d'ordine seduta del espressione di voto mozione/i di riferimento
odg_220 21-05-2020 approvato all'unanimità
tabella votazione
1905

 

 

Oggetto: Riapertura delle attività della Casa da Gioco di Venezia.

 

Il Consiglio Comunale
 

Premesso che:

• a causa dell’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del virus COVID-19, in data 24 febbraio 2020, in ottemperanza all’ordinanza contingibile n. 1 del 23 febbraio 2020 del Ministero della Salute, d’intesa con il Presidente della Regione Veneto, il Casinò di Venezia sospendeva le attività nelle quali il personale è a contatto con il pubblico, fino al 5 marzo 2020;

• successivamente, in data 6 marzo 2020, in conformità del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° marzo 2020, la Casa da Gioco riprendeva tutte le attività, compresa quella aperta al pubblico. La riapertura avveniva nel pieno rispetto delle disposizioni di cui alla lettera i) dell'art. 2 del predetto DPCM, attraverso, cioè, l’”adozione di misure organizzative tali da consentire un accesso ai predetti luoghi con modalità contingentate o comunque idonee ad evitare assembramenti di persone, tenuto conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza di almeno un metro tra i visitatori”;

• a seguito del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020, la Casa da Gioco si vedeva costretta a sospendere, ancora una volta, le proprie attività mantenendo in essere esclusivamente un presidio amministrativo per lo svolgimento delle attività amministrative indifferibili;

• il D.P.C.M. del 17 maggio 2020, all’art. 1, comma 1, lett. l) prevede espressamente la sospensione fino al 14 giugno di tutte “le attività di sale giochi, sale scommesse e sale bingo”, tra cui è stata fino ad ora ritenuta assimilabile quella della Casa da Gioco di Venezia;

• l’imposta chiusura delle attività della Casa da Gioco ha comportato un notevole danno economico a carico della Società e del Comune di Venezia, avendo determinato l’azzeramento totale degli incassi;

• il danno ad oggi stimato per la chiusura fino a fine maggio 2020 è di oltre 27 milioni di euro;

• tale situazione ha determinato inevitabili riflessi anche in ordine alla gestione del personale, costringendo la Società e le Organizzazioni Sindacali a concordare il ricorso al Fondo di Integrazione Salariale ai sensi dell’art. 29 del d.lgs. n. 148/2015, a fronte della sospensione dei rapporti di lavoro di 594 dipendenti; cui è seguita una successiva interlocuzione con le Organizzazioni Sindacali per la fruizione del citato ammortizzatore sociale, in virtù dell’art. 19 del DPCM n. 18 del 17 marzo 2020;

Considerato che:

• l’attività della Casa da Gioco è soggetta a dinamiche differenti dalle logiche che animano le imprese private, presentando finalità pubbliche e sociali, per diversi ordini di motivi;

• il primo motivo attiene alla natura tributaria delle entrate derivanti dalla gestione della Casa da Gioco, ai sensi e per gli effetti dell’art. 19 del D.L. 1° luglio 1986 n. 318, convertito in Legge 9 agosto 1986, n. 488; tali entrate, infatti, sono di competenza esclusiva del Comune di Venezia, unico titolare dell’autorizzazione Statale all’esercizio del gioco d’azzardo;

• il secondo motivo risiede nel fatto che l’attività del Casinò, complessivamente intesa, afferente sia al gioco d’azzardo sia alle attività connesse e strumentali (legate al Settore della Ristorazione), genera un notevole indotto economico per altre attività veneziane, principalmente del settore turistico, alberghiero, della ristorazione e dell’organizzazione degli eventi, ed assicura, non da ultimo, anche un elevato numero di posti di lavoro;

• sotto quest’ultimo profilo, basti ricordare che i lavoratori impiegati all’interno della Casa da Gioco - in via sia diretta che indiretta, per il tramite delle ditte appaltatrici dei servizi di sicurezza, pulizia e manutenzione impianti - sono in numero di circa 800;

• sono di tutta evidenza, dunque, i riflessi, diretti ed indiretti, sul piano economico e sociale che l’attività della Casa da Gioco genera nell’ottica del perseguimento anche di interessi collettivi e dello sviluppo economico e sociale del Comune di Venezia;

• inoltre, tutta l’attività della Casa da Gioco avviene sotto lo stretto controllo dell'Amministrazione Comunale sia a garanzia della clientela che dello Stato;

• la mancata apertura immediata della Casa da Gioco determina anche il rischio dell’avvio o l’incremento dell’attività del Gioco illegale;

• è dunque di primaria importanza non ritardare ulteriormente la riapertura della Casa da Gioco, nel rispetto delle adeguate condizioni di sicurezza e prevenzione, al fine di consentire una ripresa economica dell’Azienda e di conseguenza delle entrate tributarie per il Comune di Venezia;

• diversamente, infatti, ne seguirebbe un gravissimo nocumento non solo in capo al Comune di Venezia e alla comunità veneziana, ma anche alla Casinò di Venezia Gioco S.p.A. e a tutto il personale dipendente direttamente e indirettamente da quest’ultima;

• nelle nazioni limitrofe tra fine maggio e i primi di giugno è già prevista la riapertura dei Casinò, che potrebbero così godere di un importante vantaggio competitivo a discapito della nostra realtà;

Preso atto che:

• ai fini della programmazione e organizzazione della ripresa dell’attività aziendale nella c.d. fase 2, nel pieno rispetto della normativa in materia di contrasto e contenimento della diffusione del virus COVID-19 negli ambienti di lavoro, in particolare del Protocollo d’Intesa tra Governo e Parti Sociali del 24 aprile 2020 e della nota n. 149/2020 del 20.4.2020 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (su richiesta del Ministero dell’Interno-cfr. circolare del 14.4.2020), l’Azienda, con il supporto del Delegato alla Sicurezza ed RSPP, nonché del Medico Competente, si è prontamente attivata, mettendo a punto specifiche misure per fronteggiare la fase di riapertura al pubblico delle proprie attività e predisponendo un Protocollo aziendale anti-contagio, condiviso con le Organizzazioni Sindacali e con le RLS, il quale, rispondendo a criteri addirittura più severi rispetto al citato Protocollo del 24 aprile 2020, prevede, fra le varie:
- misure idonee a consentire il distanziamento sociale, anche attraverso l’uso di diaframmi in plexiglass;
- costante attività di sanificazione ed igienizzazione dei locali e delle strumentazioni di lavoro;
- l’utilizzo di appositi Dispositivi di Prevenzione Individuale;
- il contingentamento degli ingressi; peraltro, si precisa che, in adempimento della normativa anti-riciclaggio, in via generale è previsto l’obbligo dell’identificazione e della registrazione della clientela all’ingresso della Casa da Gioco, il che risulta proficuo anche ai fini del tracciamento sanitario;
- l’utilizzo, ove possibile, del lavoro agile, anche al fine di ridurre il numero di lavoratori presenti all’interno dei locali aziendali;

tutto ciò premesso e considerato, per tutte le motivazioni sopra considerate

- si chiede al Governo di riconoscere l’assoluta specialità dell’attività svolta dalla Casa da Gioco, e l’espressa non assimibilità alle attività indicate al predetto art. 1, comma 1, lett. l) del DPCM in quanto la modalità gestionale è completamente diversa dalle sale giochi, sale scommesse e sale bingo, disponendo quanto prima l’autorizzazione alla riapertura così da dare certezza ai tanti dipendenti coinvolti, diretti ed indiretti, anche alla luce del fatto che avverrà nel pieno rispetto di tutte le prescrizioni in tema di contenimento del contagio del Covid-19 anche mediante l'interpretazione autentica del DPCM;


- avviare un confronto con la Regione del Veneto per verificare se rientri nelle sue possibilità l'avvio anzitempo della riapertura del Casinò di Venezia, qualora risulti ancora tra le attività sospese, salvo restando il rispetto del protocollo di sicurezza a tutela di lavoratori e utenti.

 

 
 
A cura della Segreteria della Presidenza del Consiglio comunale
Pubblicato il 22-05-2020 ore 13:55
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