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I Commissione - Verbale

Seduta del 01-02-2018 ore 10:00

 

Consiglieri componenti la Commissione: Maika Canton, Felice Casson, Saverio Centenaro, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Andrea Ferrazzi, Rocco Fiano, Enrico Gavagnin, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Marta Locatelli, Deborah Onisto, Giorgia Pea, Paolo Pellegrini, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Davide Scano, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Chiara Visentin

 

Consiglieri presenti: Maika Canton, Ciro Cotena, Paolino D'Anna, Andrea Ferrazzi, Rocco Fiano, Giovanni Giusto, Elena La Rocca, Deborah Onisto, Paolo Pellegrini, Francesca Rogliani, Monica Sambo, Alessandro Scarpa, Matteo Senno, Ottavio Serena, Maurizio Crovato (sostituisce Enrico Gavagnin), Alessio De Rossi (sostituisce Chiara Visentin), Giancarlo Giacomin (sostituisce Marta Locatelli), Giovanni Pelizzato (sostituisce Felice Casson), Silvana Tosi (sostituisce Saverio Centenaro), Sara Visman (sostituisce Davide Scano)

 

Altri presenti: Presidente del Consiglio Ermelinda Damiano, Direttore Francesco Vergine, Funzionario Tiziano Michieletto

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Prosecuzione dell'esame della Proposta di Deliberazione PD 391 del 23/10/2017: Regolamento interno del Consiglio comunale. Modifiche, integrazioni e nuova denominazione.

Verbale

Alle ore 10:20 la consigliera Sambo assume la presidenza e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. Ricorda che durante la commissione precedente è stato letto l'articolo 4 e chiede se vi siano osservazioni nel merito. In riferimento al comma 2, visto che nel precedente regolamento era scritto che occorrerà procedere a nuova convocazione, chiede per quale motivo questo non sia riportato nel nuovo, per quale motivo sia stata eliminata.

DAMIANO risponde che si può reinserire “occorrerà procedere a nuova convocazione”, si dichiara d'accordo nell’aggiunta.

VERGINE si dichiara d'accordo e precisa che è tautologico, non cambia nulla.

MICHIELETTO passa in lettura l'articolo 4-bis, citando l'articolo 97 del Tuel.

PELLEGRINI chiede cosa accada se i dirigenti non sono presenti, riferendosi ai commi 2 e 3.

DE ROSSI afferma che si può vedere e valutare l'efficienza dei dirigenti anche da queste cose.

FIANO chiede se i pareri di regolarità di tecnici e dirigenti siano insindacabili o meno.

VERGINE precisa che ci si rifà al Tuel: sui singoli atti o delibere è obbligatorio il parere di legittimità del dirigente, per legge, che se ne assume la responsabilità. La segreteria generale può dare un ulteriore parere ma la valutazione tecnica è sempre del dirigente, oltre quello di regolarità contabile del direttore della ragioneria. Da questi pareri il consiglio comunale può scostarsi e dissentire ma solo con un'adeguata motivazione.

DE ROSSI chiede come un consigliere possa opporsi ad un parere tecnico e in quale sede e con che modi si può affrontare il dissenso.

VERGINE risponde che non sono previsti strumenti di tutela del consigliere, in questo caso, se non la possibilità del Consiglio, non del consigliere, di decidere diversamente con adeguata motivazione. Ricorda che il consigliere non può neanche impugnare gli atti del Consiglio se non nel caso in cui non sia stato messo in grado di svolgere la propria funzione.

TOSI ricorda che gli atti deliberativi possono seguire gli emendamenti che hanno a loro volta un parere di regolarità tecnica: questi sono comunque predisposti da persone umane che possono sbagliare; chiede quindi come ci si possa tutelare in questi casi.

DAMIANO fa sapere che, proprio per questo motivo, chiede sempre al Consiglio di esprimersi.

SAMBO torna sul comma 1 dell'articolo 4 bis, riprendendo l'articolo 97 del Tuel, e chiede perché sia stato inserito: le sembra un doppione della specifica del ruolo del Segretario generale.

MICHIELETTO le risponde affermativamente, si tratta di un recepimento dell’art. 97 del Tuel. Passa al quattro Ter che riguarda le riprese audiovisive svolte da privati.

PELIZZATO vuole capire la logica di questi commi e come si conciliano con lo streaming.

SAMBO chiede se vi siano riferimenti normativi su questo tema.

FERRAZZI chiede cosa si intenda per privati e se i giornalisti siano da considerarsi privati. Ritiene che il principio di trasparenza vada sempre esercitato.

LA ROCCA chiede cosa si tema dalle riprese private e quale sia la logica sottostante.

GIACOMIN afferma che spesso è capitato che qualche consigliere faccia videoriprese durante lo svolgimento del Consiglio, motivo per cui vanno fatte delle opportune distinzioni.

COTENA afferma che la trasparenza è data dallo streaming e che troppe persone che videoriprendono possono intralciare i lavori del Consiglio.

SAMBO chiede se questo valga anche per i consiglieri e perché la richiesta debba essere motivata.

CANTON sottolinea la differenza tra consiglieri e cittadini.

VISMAN chiede se questo non infici il diritto di cronaca dei giornalisti: rischia di diventare discrezionale se si può concedere ad alcuni cittadini o giornalisti e ad altri no.

DAMIANO precisa che estenderebbe la limitazione anche ai consiglieri.

VERGINE tiene a specificare che l'esigenza di legiferare nasce dall'esperienza e che anche alcuni consiglieri si lamentano che qualcuno possa far riprese, sia per il Consiglio che per le commissioni. Non vi è una disciplina specifica al riguardo. Ci sono vari regolamenti comunali che mettono in capo al Presidente del Consiglio la decisione e questa Presidenza ha deciso di seguire la stessa strada. Legge l'articolo, al riguardo, del Regolamento del Comune di Firenze. Sul concetto di privati sostiene riguardi tutti i soggetti che possono accedere al Consiglio: il ruolo del giornalista è garantito mentre precisa che lo streaming riprende solo chi parla. C'è bisogno di un minimo di disciplina che ad oggi non c'è, per regolare l'accesso della stampa e anche per evitare che un operatore disturbi la seduta. Occorre bilanciare i due interessi: il buon funzionamento del Consiglio e i lavori della stampa.

SAMBO precisa che la responsabilità è comunque del singolo e distinguerebbe tra privati cittadini e giornalisti, anche per tutela del diritto di cronaca. I giornalisti hanno un loro codice deontologico, oltre a quelli sulla privacy che, invece, hanno tutti; per questo distinguerebbe le diverse situazioni. Propone di togliere la parola “motivata” e di alleggerire l'articolo. La parte politica si deve assumere la responsabilità di tutto quello che fa e dice in Consiglio. La distinzione è se la videoripresa è rivolta ai Consiglieri o al pubblico.

PELIZZATO si chiede quale sia il reale problema: valuta l'eventuale videoripresa un’integrazione positiva più che qualcosa da vincolare. Sulla provocazione della presidente Damiano ricorda un episodio che ha riguardato il Sindaco.

FERRAZZI ritiene che il criterio da adottare sia quello della massima trasparenza: i cittadini possono venire e riprendere il problema è più dei consiglieri, se si comportano civilmente. Ricorda che già in altri articoli è dato alla Presidente la facoltà di intervenire.

LA ROCCA afferma si tratta di un tema più grande di quello che appare: si è all'interno di un paese democratico, dove ci sono certi diritti, per cui limitare le riprese non va bene. Non ha sentito motivazioni concrete al riguardo, ritiene si debba essere per la massima trasparenza, a garanzia di tutti: questa deve essere la direzione salvo che non vi siano dei motivi che però oggi non ha sentito menzionare. Il consiglio comunale è in luogo pubblico e può essere soggetto a riprese; la soluzione non sta nel limitare, bisogna accettare che si è soggetti pubblici.

VISMAN concorda con l’intervento che l’ha preceduta e ricorda che lo streaming riprende solo le persone che parlano mentre il consiglio comunale è un insieme di comportamenti all'interno della sala, a 360°, con un polso diverso. Non tutti possono recarsi in Consiglio comunale e limitare la libertà dei cittadini che vogliono riproporre questo polso non è opportuno.

SAMBO ricorda che per le commissioni vi è, ugualmente, facoltà del presidente.

GIUSTO chiede se sia da considerare privato anche il consigliere: lo imbarazza che alcuni consiglieri si riprendano, non lo trova serio. Afferma che se il consigliere vuole diventare giornalista è una cosa imbarazzante, perché pone a conoscenza solo le cose che lui dice, con un’alterazione dell'informazione. Sente parlare di garanzia di libertà per i cittadini, una cosa che non appartiene solo a una parte politica ma a tutti. Sono solo frasi fatte, c'è già la diretta streaming che basta a garantire la trasparenza. Va messa a fuoco la parola privati; anche la stampa va autorizzata e non capisce la contrapposizione, serve una modifica che vieti ai consiglieri di riprendere e se non passerà questa modifica annuncia che diventerà un cameraman.

PELLIZZATO ritiene corretto che un giornalista faccia cronaca mentre il privato può stare più indietro ed effettuare riprese responsabilmente.

CROVATO espone alcune precisazioni sulla discussione sulla libertà di stampa. Cita l'articolo 21 della Costituzione, la legge sulla Stampa 47 del 1948, in seguito modificata, l'articolo 8 sulla diffamazione. Afferma che oggi, nel 2018, con gli smartphone tutti possono essere potenzialmente giornalisti. Riprende l'articolo 51 del Codice Penale e il principio di verità: la differenza, sostiene, sta tra persona privata e pubblica. Se una persona è sconosciuta non posso fotografarla per strada, se è pubblica sì: il consigliere comunale, in Consiglio, è persona conosciuta e pubblica, l'assemblea comunale è pubblica. Aggiunge che però, come Presidenza del Consiglio, si può autorizzare e avere il diritto di sapere chi, ad esempio con uno smartphone, registra il consiglio. Si è in un caso limite in cui si deve avere la certezza di chi spedisce l'immagine e questa garanzia non sempre c'è. Il diritto all'immagine va garantita così come sapere chi la fa, tutti possono riprendere ma si deve sapere chi lo fa.

FIANO chiede quale sia il motivo per l'inserimento del quattro-ter perché, fino ad oggi, non ne ha vista alcuna motivazione, in quanto esiste già l'articolo l'articolo 3. Inoltre afferma che si parla sempre di raffronto tra regolamenti di vari Comuni e Consigli che, però, non citano l'ufficio di Presidenza. Personalmente ripenserebbe quest’articolo riproponendolo in maniera più snella; ricorda che chi assiste il consiglio comunque si registra all'ingresso del Comune e ritiene che dover motivare è eccessivo, per cui l'articolo va ripensato.

DE ROSSI ringrazia i consiglieri Giusto e Crovato, ritiene corretto l'inserimento dell'articolo ma dichiara che vanno chiariti eventuali equivoci: la trasparenza per lui è amministrativa e bisogna evitare si venga a creare la cosiddetta macchina del fango. Chiede allora di evitare di parlare di trasparenza perché questa ha un altro significato

TOSI afferma che si pretende che il cittadino conosca regolamento; propone delle modifiche per inserire, dopo la parola “pubblico”, le parole “dovranno svolgersi con i tempi e le modalità stabilite dalla Presidente in modo da non ostacolare i lavori del Consiglio”. Inoltre toglierebbe il comma 3 e lascerebbe il 4, ritiene non vada limitata la stampa.

VISMAN sostiene che se alcuni consiglieri hanno visto delle manipolazioni sulle videoriprese da parte di altri consiglieri è bene che citino gli esempi facendo anche i nomi perché lei ha visto solo dei semplici pezzi di videoriprese. Propone un modulo per rendere conoscibile chi le fa.

GIUSTO precisa di non aver dichiarato che alcuni consiglieri manipolano le riprese ma di aver detto estrapolare solo un pezzo di una discussione significa poter alterare la realtà, un fatto che non sopporta, e strumentalizzare per questioni personali

TOSI cita un esempio di alterazione che riguarda una foto su Facebook.

SAMBO propone di chiudere sul comma 1.

DAMIANO, sul comma 1, informa che la ratio non è limitare il diritto di cronaca ma tentare di dare un ordine a fronte di mezzi elettronici crescenti e recenti. Questo è disciplinato da quasi tutti gli altri regolamenti ma non a Venezia. Legge uno stralcio del regolamento di Torino, molto più stringente, così come quello di Milano. Ritiene allora vada bene come scritto nella proposta di Regolamento in esame, in maniera soft. Bene poter fare le riprese ma con delle autorizzazioni. Concorda col consigliere Crovato e afferma che valuterà se estendere ai consiglieri così come chiesto dal consigliere Giusto.

VERGINE afferma che il regolamento attuale non disciplina al riguardo, il nuovo Regolamento invece cerca di bilanciare le esigenze di informazione e il buon andamento delle sedute. L'ufficio della Presidenza citato del regolamento di Firenze è un'istituzione prevista nelle assemblee legislative di supporto al Presidente ma per Firenze non conosce bene la sua struttura. Precisa che il Comune di Torino fa una distinzione tra operatori e giornalisti accreditati, che hanno una disciplina molto leggera, per cui non si richiedono autorizzazioni ma semplici comunicazioni, diversamente avviene invece per i privati.

SAMBO afferma che, nel caso proposto nel Regolamento del Comune di Venezia, non è così blando come dichiarato dalla Presidente perché comunque c'è la parola “motivata”: con questa si entra nel merito. Il comma 1 lascia margine per dire sì ad alcuni e non ad altri sulla facoltà di videoriprendere.

DAMIANO ribatte che questo articolo tutela anche i privati.

LA ROCCA, in riferimento ai regolamenti di altri Comuni, fa notare come su 8000 Comuni in Italia ne siano stati citati 5, per cui è difficile usare questi ragionamenti.

CROVATO si propone di riformulare l'articolo in modo più semplice, in collaborazione col consigliere Fiano.

SAMBO chiede portino l'emendamento riformulato all’analisi della prossima Commissione, per riprendere da quel punto e, non essendoci ulteriori domande, chiude la commissione alle ore 12:10

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 21-05-2018 ore 11:15
Ultima modifica 21-05-2018 ore 11:15
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