da Assessore Massimiliano De Martin
Venezia, 12 gennaio 2017
n p.g. 18756
Al Consigliere comunale Andrea Ferrazzi
e per conoscenza
Alla Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: risposta all'interrogazione nr. d'ordine 557 (Nr. di protocollo 98) inviata il 13-12-2016 con oggetto: Acqua nelle fosse di tumulazione
In risposta all'interrogazione dei Consiglieri Andrea Ferrazzi e Nicola Pellicani, Partito Democratico, n. ordine 557, prot. 98, del 13 dicembre u.s., avente ad oggetto "Acqua nelle fose di tumulazione", si riporta di seguito la relazione trasmessa con nota Prot. Veritas spa n. 85461 MV/DC del 19/12/2016 a firma del Dirigente di Veritas spa Marino Vianello.
Al fine della comprensione del problema - peraltro riferibile, seppure con differente valenza, a diversi siti cimiteriali – e nel tentativo di individuarne preliminarmente la principale causa, anche rammentando che fino al 2014 la specifica legislazione in materia prevedeva che le fosse per l’inumazione dovessero presentare una quota di imposta non superiore a -2,00 m. dal piano campagna, si rende noto che la quota media “del piano campagna” del cimitero di Mazzorbo si attesta a +2,30 m. slm.
Più specificamente il campo M dello stesso cimitero, oggetto dell’operazione contestata, oltre a presentare una quota di +1,82 m. slm, già di per sé critica, con il vicino campo N presenta (in difformità al dettato normativo che lo prevede drenante) anche un terreno misto argilloso che rende ancora più critico il fenomeno di presenza di acqua a livello delle sepolture. Infatti se da un lato non ne blocca la risalita, in quanto comunque filtra da sotto per la spinta idrodinamica, nel contempo tende a rallentarne il deflusso trattenendo l’acqua piovana, per le oggettive scarse difficoltà di drenaggio.
In questo contesto, considerato che la quota del pelo libero dell’acqua per il normale andamento ciclico quotidiano delle maree molte volte supera la quota “zero” di riferimento, dovrebbe risultare evidente l’estraneità del Soggetto Gestore su quanto lamentato.
A tal proposito, come già su anticipato, dal 2014 (DGRV 433 del 4.4.14), forse per anche limitare le criticità su esposte, la quota di inumazione è stata portata a -1,50 m., anziché a -2,00 m. sino ad allora previsto, casistica quest’ultima nella quale è ricaduta anche la salma oggetto della presente interrogazione.
Oltre quanto sopra precisato si rende noto che, i Gestori, preso atto delle problematiche conseguenti, che coinvolgono anche gli operatori soprattutto per esumazioni ordinarie fuori programma (ovvero un’operazione richiesta dai familiari, non ricadente in una campagna massiva regolamentata da ordinanza sindacale) - fatta salva una unica richiesta di avvicinamento avvenuta nel 2015 - da anni abbiano evitato nuove inumazioni nei campi M ed N di Burano.
In altre zone, in occasione di operazioni fuori programma, con l’intento di limitare le conseguenze lamentate – atteso che sulle cause a monte si è impossibilitati ad intervenire – Veritas Spa opera anche tramite un innalzamento del feretro ponendovi al di sotto della sabbia, come pure e qualora ne ricorrano le condizioni, anche utilizzando delle pompe autoadescanti (comunque però sempre di forte impatto) per asciugare la fossa per le successive fasi di apertura della cassa.
Massimiliano De Martin
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